Il video della 'notte brava' a Ponte Chiasso. E il racconto del gerente del locale in cui una trentenne ubriaca ha inscenato uno spogliarello e scatenato il parapiglia: "Ha spaccato tutto. E la gente è venuta a vedere cosa stava succedendo, ma non c’è sta
Il video è stato pubblicato in esclusiva da ticinolibero.ch. Il gerente dell’Agorà parla dei frontalieri della birra: “200-300 persone arrivano dalla Svizzera, molti sono giovanissimi. Qui da noi la birra si può vendere già a 16 anni, mentre da voi no”
PONTE CHIASSO – “Guardi, non è andata come è stato riferito…”. Il gerente del Bar Agorà di Ponte Chiasso, quello dove venerdì sera una 30enne comasca ubriaca ha dato in escandescenze e improvvisato uno spogliarello, ha raccontato la sua versione dei fatti al portale
. E ha anche fornito il video esclusivo girato all’interno del suo locale.
“L’abbiamo mandata via, quella donna – ha detto –e siamo stati noi a chiamare la Polizia che con diversi agenti non è riuscita a fermarla. Ci ha pensato una persona che era nel locale, un agente svizzero, a bloccarla e a farle mettere le manette. Mi ha fatto danni, ha spaccato tutto. E la gente è venuta a vedere che cosa stava succedendo, però non c’è stata nessuna rissa. E poi ho deciso io di chiudere il locale, non mi è stato imposto”.
La notte di follia, descritta oggi dal Corriere di Como
), per il gerente è un episodio isolato. Però, quel che è successo ha sollevato un problema reale: il frontalierato della birra. “Nella piazzetta c’erano almeno 150 o 200 persone, e succede sempre così durante il weekend”, ha raccontato sempre a ticinolibero una persona che lavora in un altro locale, appena oltre confine.
“Io vedo gente attraversare la dogana, non so se sono ticinesi. Sono giovani, spesso giovanissimi. E sono in molti a bere, una cosa fuori di testa, poi fanno casino e si menano. Non è certo una bella immagine per i locali. Anche sui treni combinano di tutto, vomitano, sporcano. In preda ai fumi dell’alcol, d’altronde, e forse non solo”.
Il gerente dell’Agorà ha aggiunto: “200-300 persone arrivano dalla Svizzera. Il problema è che spesso sono già ubriachi quando passano la dogana”. Forse, conclude, “oltre frontiera si sentono meno controllati, e non hanno paura della Polizia italiana, mentre di quella svizzera sì. E qui da noi la birra si può vendere già a 16 anni, mentre da voi no”.