Paghe da fame tra i fornelli: coppia di esercenti di ristoranti etnici condannati alle Criminali ed espulsi dalla Svizzera. Il giudice Marco Villa: "Reati odiosi e rivoltanti"
Un 53enne del Bangladesh e una 34enne romena residenti a Bellinzona, in carcere da dicembre, sono stati condannati ieri dalla Corte delle Assise criminali per una serie di reati legati alla loro attività di esercenti
LUGANO – Il giudice Marco Villa li ha definiti "reati odiosi e rivoltanti". Un 53enne del Bangladesh e una 34enne romena residenti a Bellinzona, in carcere da dicembre, sono stati condannati ieri dalla Corte delle Assise criminali per una serie di reati legati alla loro attività di esercenti.
Per un lungo periodo la coppia ha gestito ristoranti etnici a Bellinzona, Lugano e Chiasso pagando i dipendenti con salari da fame e sfruttando le loro difficoltà economiche. Un esempio: hanno versato 2'500 franchi per 505 ore di lavoro a una cameriera, contro gli 8'900 previsti dal contratto collettivo di lavoro. Lei è stata condannata a trenta mesi di carcere, lui a 36, 10 da scontare e i rimanenti sospesi condizionalmente per tre anni.
I due, che dovranno risarcire una dozzina di dipendenti un importo di 120mila franchi, erano accusati di usura aggravata commessa per mestiere, incitamento all'entrata, alla partenza o al soggiorno illegale, indebito profitto e impiego di stranieri sprovvisti di permesso. La condanna prevede anche l’espulsione dalla Svizzera per sette anni.