Comunicazione Svizzera contro 'No Billag': "Provocherebbe la soppressione oltre duemila posti di lavoro e a perdite fiscali di 15,5 milioni all’anno, con ripercussioni su molteplici altri settori dell’economia"
Nell’interesse del settore della comunicazione e dell’economia, KS/CS – l’associazione mantello della comunicazione commerciale – si oppone all’iniziativa federale per l'abolizione del canone
foto: TiPress/Gabriele Putzu
ZURIGO - Nell’interesse del settore della comunicazione e dell’economia, che deve una parte del suo successo al mercato alla pubblicità, KS/CS Comunicazione Svizzera – l’associazione mantello della comunicazione commerciale – si oppone all’iniziativa popolare federale 'Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo (Abolizione del canone Billag)', iniziativa che nuoce all’economia tutta.
KS/CS Comunicazione Svizzera, si legge in una nota stampa diramata nei giorni scorsi, “considera che mantenere un panorama dei media diversificato e vivo sia una condizione indispensabile per poter garantire la prosperità del mercato della comunicazione e dell’economia nazionale svizzera. Per questa ragione ritiene che siano di importanza vitale non solo gli attori privati ma anche il servizio pubblico. Se da una parte l’associazione KS/CS saluta la discussione di principio tenutasi sul tema delle future possibilità ed i limiti del servizio pubblico nel mondo dei media, ed in particolare in quello della SSR, deplora fortemente le misure drastiche richieste dagli iniziativisti della No Billag”.
Dei tagli al budget che non toccherebbero solo la SSR
“L’accettazione dell’iniziativa ‘No Billag’ – prosegue la nota - avrebbe delle ripercussioni considerevoli non solo per la SSR ma per il settore della comunicazione in generale. I collaboratori e le collaboratrici di 21 radio locali private (commerciali e complementari) e di 13 reti televisive locali finanziate dalla quota-parte del canone, ne sarebbero infatti direttamente toccate. Contrariamente al modo tutto svizzero di gestire i problemi, l’iniziativa ‘No Billag’ ha impedito un dialogo costruttivo sul servizio pubblico fornito sia dalla SSR che dalle emittenti private dotate di concessione”.
A causa dell’amputazione massiccia, per lo meno a corto termine, dell’offerta di spazi pubblicitari, anche gli inserzionisti e le agenzie pubblicitarie sarebbero fortemente penalizzati, conclude la nota stampa. “KS/CS ricorda che la perdita prevista del 10% in questo settore porterebbe alla soppressione di almeno 2’200 posti di lavoro e a perdite fiscali di 15,5 milioni di franchi all’anno. Una tale perdita avrebbe inoltre delle ripercussioni su molteplici altri settori dell’economia che dipendono dalla pubblicità. Per le ragioni precitate, l’associazione mantello della comunicazione commerciale rigetta l’iniziativa No Billag”.