Clamorosa iniziativa del Gran Consigliere che ha dichiarato guerra ai privilegi di cui godono i ministri: dai regali al telefono, fino ai due mesi di stipendio pagati al termine del mandato....
Il Caffé, che ha anticipato la notizia, ha riassunto le ultime tappe della vicenda, partendo dalle spiegazioni fornite dal vicepresidente del Governo Claudio Zali nel corso dell’ultima seduta di Gran Consiglio.
"Non esiste - aveva dichiarato in aula Zali - un rendiconto dettagliato dei rimborsi effettuati a favore dei singoli consiglieri di Stato o del cancelliere, ma queste spese, nell’ordine di alcune migliaia di franchi all’anno per ogni dipartimento, dispongono tutte di una base legale nella Costituzione cantonale. Il termine di ‘privilegi’ è quindi utilizzato in modo fuorviante dall’interpellante". Rispondendo alle domande di Pronzini, Zali aveva pure spiegato che "l’uso del veicolo dello Stato non è previsto per il tragitto casa-residenza governativa". E che il forfait di 300 franchi mensili a copertura delle spese di telefono "è stato ripreso dalle norme precedentemente in vigore senza particolari analisi o verifiche". Inoltre i "doni" al termine del mandato, di un valore fino a 10mila franchi, "sono in linea di massima stampe o riproduzioni di temi cari ai consiglieri, già di proprietà dello Stato". Nelle ultime quattro legislature, aveva aggiunto Zali, "solo tre consiglieri hanno invece richiesto e ottenuto un importo in contanti".
Risposte che non hanno soddisfatto Pronzini, il quale ha deciso di rivolgersi alla Procura. In particolare il deputato MPS contesta i doni di un valore fino a 10mila franchi, "privi di qualsiasi base legale e pertanto illegittimi". A suo dire lo Stato dovrebbe, nei limiti della prescrizione, deve chiedere il rimborso di questi regali, così come dei due mesi di salario supplementari versati a ministri e cancelliere al termine del loro mandato.