Un turista bolognese scrive una lettera aperta al sindaco di Locarno per chiedere un suo intervento dopo una multa presa in zona Debarcadero
Per farlo ha deciso di scrivere una lettera aperta al sindaco Alain Scherrer contro quelle che definisce “le trappole poliziesche della sua Città”. Lettera che abbiamo ricevuto in redazione questa mattina e di cui vi proponiamo i passi salienti.
“In breve - scrive Casale - Le accenno di esser stato destinatario di una multa di 50 franchi, per non aver rispettato il segnale semaforico rosso, il 30 settembre 2017 alle ore 16,30 circa in Piazza Debarcadero, che era rimasto bloccato, mentre indicava ai veicoli della via perpendicolare il verde e il rosso in normale alternanza per almeno 5 o 6 volte. Convinto del malfunzionamento del semaforo e della non rinviabilità del momento del transito per la congestione creatasi, alle 16,53 sono passato con molta circospezione e timore, seguendo quelli che mi avevano preceduto, dopo oltre un quarto d'ora di inutile attesa del segnale verde, quando ormai era svanita in me e nella persona che era al mio fianco, la speranza che accorresse un vigile a disciplinare manualmente il traffico, solo dopo aver subito a lungo la sollecitazione proveniente dagli altisonanti strombazzamenti dei clacson e dalle insofferenti segnalazioni luminose dei numerosi veicoli in coda dietro il mio, mostrando tutti i conducenti interessati la convinzione che non v'era alternativa, non potendosi nemmeno immaginare quando il blocco stradale si sarebbe potuto superare”.
“La Polizia di Locarno - prosegue la lettera - mi ha multato come trasgressore del segnale luminoso rosso, immagino con i molti altri conducenti accomunati nella circostanza, non tenendo in alcuna considerazione le condizioni che avevano imposto il transito con il segnale rosso, senza quindi autocorreggere il proprio agire e rimettendosi supinamente al malfunzionamento del dispositivo elettro-meccanico, reso quindi prevalente sull'intelligenza umana e l'etica. L'Ufficio sanzionante mi ha fatto presente, dopo avermi inflitto la multa di Fr.Ch 250, di poter fare ricorso, per il ritiro della stessa multa, all'Ufficio Giuridico della Circolazione, precisandomi che però avrei subito in caso di rigetto del ricorso, una notevole maggiorazione della sanzione che sarebbe stata aggravata dell'applicazione della Tassa di Giustizia. Ho ritenuto di pagare subito, convinto che questo ricorso non mi avrebbe reso giustizia, come mi è stato indirettamente confermato dalla risposta della predetta Polizia fornita al Consolato Italiano di Lugano, da me interessato, nel senso che il passaggio con il semaforo rosso è effettivamente avvenuto e che il pagamento della multa chiudeva la procedura”.
“La Polizia - argomenta ancora il turista bolognese - non prende minimamente in considerazione il fatto che ha originato il passaggio con il rosso semaforico mio e di tanti altri automobilisti, ossia il malfunzionamento semaforico che aveva determinato un vero e proprio BLOCCO STRADALE, che al mio passaggio durava da oltre un quarto d'ora, mentre nel transito perpendicolare si alternavano correttamente segnali rossi e verdi, in una situazione di tensione generale nel pieno centro della Sua Città, senza che accorresse un vigile per ripristinare il corretto funzionamento semaforico, mentre dalla lunga coda di veicoli retrostanti al mio venivano azionati clacson e lampeggiamenti di esortazione a transitare ugualmente, in un progressivo caos veicolare che non escludeva potessero essere compiuti atti inconsulti da qualche automobilista insofferente. Mi par evidente che sul banco degli accusati dovrebbe stare la Polizia per non aver fatto nulla con tempestività per rimettere il transito nella Piazza in una situazione di regolarità e facendo bloccare numerosi automobilisti incolpevoli costretti ad un certo punto a transitare con un semaforo impazzito, anche per evitare gli ulteriori accennati pericoli”.
“Confido pertanto - termina lo scritto - nella Sua potestà di agire per correggere le vessazioni, le omissioni e lo scorretto agire della Polizia locale contro cittadini e turisti incolpevoli. Come assiduo turista in Svizzera e in particolare nel Canton Ticino mi sento risentito e disamorato della Svizzera per quanto occorsomi in un Paese che ammiravo. Debbo ora affermare che, se non verrà ripristinata giustizia, purtroppo dopo tanti anni di assidue visite non metterò mai più piede in Svizzera, dispiacendomi assai della cosa, ma convinto di non poter essere trattato come un ANIMALE da TOSA, preda di trappole poliziesche e che non trascurerò di dissuadere anche parenti ed amici che volessero recarvisi”.