Un funzionario chiede un aumento di stipendio. Il Governo dice no. Lui ricorre al Tribunale amministrativo, che però giudica irricevibile il ricorso. Si appella quindi al Tribunale federale, che bacchetta i giudici cantonali: "Sentenza insostenibile e arb
Parole severe dei giudici della prima Corte di diritto sociale di Lucerna, che hanno annullato una decisione del Tribunale cantonale amministrativo sul caso di un funzionario del Cantone che chiedeva una riqualificazione della propria funzione con relativo aumento salariale
foto: TiPress/Carlo Reguzzi
LUCERNA - Sono severe le parole espresse dal Tribunale federale in una sentenza dell'11 gennaio 2018 relativa a un ricorso contro un giudizio del Tribunale amministrativo ticinese: "La conclusione tratta nel giudizio cantonale vista in un modo o in un altro si rivela comunque insostenibile e arbitraria non solo nella sua motivazione, ma anche nel suo risultato".
Con questo epilogo, i giudici della prima Corte di diritto sociale con sede a Lucerna hanno annullato una decisione del Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) sul caso di un funzionario del Cantone che chiedeva una riqualificazione della propria funzione con relativo aumento salariale.
L'interessato, rappresentato da un sindacato, aveva chiesto a inizio 2017 al Consiglio di Stato un aumento di stipendio proprio in virtù della formazione professionale effettuata. Il Governo con una semplice lettera nel giugno scorso ha rifiutato questa richiesta. A quel punto il funzionario ha chiesto al Consiglio di Stato di motivare la propria posizione, emanando una decisione formale. L'Esecutivo cantonale l'11 luglio 2017 ha motivato la propria decisione di negare l’aumento salariale, confermandola.
Il funzionario ha quindi presentato ricorso al TRAM, che lo ha però dichiarato irricevibile. Secondo i giudici cantonali la decisione governativa contro cui era possibile ricorrere non era quell'11 luglio, ma la prima lettera del mese di giugno. Un cavillo formale, insomma.
Di radicale e opposto parere i giudici federali, che hanno cassato questa sentenza. Secondo l'Alta Corte è vero che la prima lettera era qualificabile come decisione, ma il Consiglio di Stato se l’ha sostituita con la seconda lettera, quella dell’11 luglio, dopo aver svolto ulteriori verifiche presso l’Amministrazione.
In ogni caso, hanno sostenuto i giudici di Lucerna, il TRAM avrebbe dovuto trattare come ricorso la lettera con la quale il funzionario inviata il Governo a emanare una decisione formale.
Il ricorso è stato quindi integralmente accolto e il dossier è tornato al TRAM perché sia emessa una nuova sentenza, trattando il caso nel merito, ovvero decidendo anche sul diritto o meno del funzionario a ottenere un aumento salariale. Il Cantone dovrà quindi farsi carico di 2'000 franchi di spese procedurali e di 2'800 di risarcimento in favore dell'avvocato del funzionario ricorrente.
Con questa sentenza il Tribunale federale in sostanza mette in guardia il TRAM dal trincerarsi dietro presunti cavilli formali per non trattare nel merito le cause che gli vengono sottoposte.