Il No a No Billag negli editoriali. Le riflessioni di Pontiggia, Caratti e Zumthor. Il direttore del Corriere: “Con un risultato così, l’auspicato bagno di umiltà della SSR rischia di essere fatto nello champagne”
All’indomani dallo schiacciante verdetto che ha bocciato nettamente l’iniziativa popolare volta ad abolire il canone radiotelevisivo, sulle prime pagine dei quotidiani ticinesi si sono espressi i rispettivi direttori esponendo pensieri e opinioni
foto: TiPress/Davide Agosta
LUGANO - I direttori di Corriere del Ticino, Regione e Giornale del Popolo dedicano oggi il loro editoriale alla votazione sull’iniziativa ‘No Billag’.
, sul Corriere, ironizza: “Con un risultato così, l’auspicato bagno di umiltà della SSR rischia di essere fatto nello champagne”.
“In Ticino come in Svizzera – scrive -, ci sono istituzioni la cui sacralità non viene scalfita da nessuna magagna. Un conto è la critica, un altro l’attentato alle fondamenta dell’istituzione”.
Il direttore del Cdt rievoca le ultime votazioni in grado di mobilitare un numero così alto di votanti: la votazione popolare sullo Spazio economico europeo del 6 dicembre 1992 o le iniziative xenofobe di Schwarzenbach nella prima metà degli anni ‘70...
Pontiggia difende inoltre i valori della Svizzera e delle sue quattro culture con potenzialità economiche diverse tra loro, spiegando come nel nostro Cantone “non si avrebbero avuto le risorse per finanziare una radiotv completa e di qualità”.
Spazio al netto successo del NO a ‘No Billag’ anche sulle pagine della Regione, il cui direttore
approfondisce gli esiti positivi della bocciatura. “Il servizio pubblico garantisce libera formazione delle opinioni e ne garantisce la pluralità. Tale modello, lo abbiamo detto e ripetuto, è anche alla base del nostro essere svizzeri, perché rispecchia e sostiene la vitalità di un Paese a democrazia diretta”.
Minare il modello della SSR “significa anche minare una parte del nostro essere federalisti e svizzeri”, scrive Caratti.
Il direttore del quotidiano bellinzonese spiega anche quale sarà la prossima mossa della SSR: attuare un piano milionario di risparmi che potrebbe portare a numerosi licenziamenti come spiegato dal direttore generale dell’emittente pubblica Gilles Marchand.
La direttrice del Giornale del Popolo,
, applaude il Ticino e i suoi valori. “Il popolo svizzero si è mobilitato in massa pur di salvaguardare la sua radiotelevisione e tutelare le minoranze”.
La bocciatura dell’iniziativa è “un segnale forte alla SSR, ma anche alla stessa RSI per quanto riguarda il Ticino, così come anche per radio e televisioni private che beneficiano del canone”.
La direttrice del Gdp loda anche la scelta della RSI di non festeggiare pubblicamente il risultato, ma di rimboccarsi immediatamente le maniche senza perdere tempo, quasi come una forma di “rispetto nei confronti del “patto” coi cittadini votanti, che hanno appoggiato il NO con riserva per il bene dell’emittente”.
Dal GdP arriva anche la promessa di verificare puntualmente l’evolversi delle promesse fatte da Gilles Marchand, “un timoniere serio, affidabile e capace per questo importante compito”.