Dallo Chardonnay al Chasselas passando per il Kerner e il Semillon e molti altri ancora. Nel nostro Cantone si amplia il mercato dei vini: "È un processo di crescita lungo, ma che, sono sicuro, porterà ad avere prodotti eccellenti e riconosciuti in tutto il mondo”
Dallo Chardonnay al Chasselas passando per il Kerner e il Semillon e molti altri ancora. Per restare al passo con il mercato, i produttori di vino nostrani hanno dovuto cimentarsi con la produzione di bianchi, bollicine e spumanti.
E le gratificazioni – seppure nemmeno paragonabili a quelle ottenute con il Merlot – non hanno tardato ad arrivare. Infatti, il “Carisma”, prodotto dalla cantina Gialdi di Mendrisio, ha recentemente ottenuto la prestigiosa medaglia d’oro alla 25esima edizione dello “Chardonnay du Monde” in Borgogna, patria del nobile vitigno bianco.
Ecco che allora nelle cantine e tra gli scaffali dei negozi possiamo trovare anche le cosiddette bollicine a chilometro zero.
Sull’incremento della produzione di vini a bacca bianca e sul settore vitivinicolo ticinese in generale, abbiamo interpellato il direttore di TicinoWine Andrea Conconi.
Che valutazione può dare al settore vitivinicolo ticinese?
“È un settore che sta bene ed è sano, anche se soffre, naturalmente, un po’ la concorrenza dei vini esteri. Al giorno d’oggi un consumatore non si affeziona più a una sola tipologia di vino, ma si lascia influenzare dalle promozioni della grande distribuzione che comanda il mercato. Ecco che allora servono tempo e pazienza prima che il cliente si abitui all’ottima qualità dei vini ticinesi”.
La produzione di bollicine è cresciuta, ma non raggiunge ancora gli standard del Merlot. Vale il detto “pochi ma buoni”?
“Il primo impianto nobile del vitigno Merlot in Ticino risale al 1906: ci ha messo un po’ anche lui prima di diventare simbolo della vitivinicoltura cantonale. Le bollicine attualmente sul mercato sono di buona qualità, ma occorre ancora un po’ di tempo prima di raggiungere una certa raffinatezza ed eleganza. Bisogna sperimentare, studiare e “rubare” i trucchi del mestiere ai migliori. È un processo di crescita lungo, ma che, sono sicuro, porterà ad avere prodotti eccellenti e riconosciuti in tutto il mondo”.
Esiste un motivo particolare per cui in Ticino si è cominciato a produrre sempre di più vini bianchi e spumanti?
“Principalmente per l’esigenza di avere un assortimento più completo e variegato. Più prodotti offri più hai possibilità di guadagnare. D’altronde non ci si può fermare esclusivamente alla produzione di Merlot...”.
Cosa manca, a suo avviso, per avvicinarsi al livello del rinomato Franciacorta?
“Personalmente credo che sia sbagliato mettere a confronto delle tipologie di vini o spumanti, perché ognuna presenta delle caratteristiche che l’altro non ha. Poi, a differenza dello Champagne o del Franciacorta, che usano uve esclusivamente del Pinot o dello Chardonnay, in Ticino ci sono anche altri vitigni ideali per spumantizzare".