Dalla donna in burqa al FoxTown al ragazzo travestito da Deadpool, quando le legge è (o dovrebbe) essere uguale per tutti. Ecco cosa scriveva il Dipartimento alle polizie
“Al Dipartimento – si leggeva nella circolare della scorsa estate - sono giunte, da più parti, segnalazioni di non applicazione della legge, tanto dai media che da puntuali sollecitazioni dai cittadini. Rileviamo che (sembra) esservi ancora una certa reticenza nell'applicare la normativa cantonale”
MENDRISIO – Già l’anno scorso, era il mese di agosto, il Dipartimento delle istituzioni aveva ricordato ai comuni ticinesi e alle rispettive polizie, l’importanza di far rispettare la legge sulla dissimulazione del volto negli spazi pubblici entrata in vigore nel luglio 2016.
“Al Dipartimento – si leggeva nella circolare - sono giunte, da più parti, segnalazioni di non applicazione della legge, tanto dai media che da puntuali sollecitazioni dai cittadini. Rileviamo che (sembra) esservi ancora una certa reticenza nell'applicare la normativa cantonale”.
E diverse segnalazioni, oltre che da Lugano, città frequentata da molti turisti arabi, erano giunte dal FoxTown di Mendrisio, meta commerciale di clientela di fede islamica.
In queste ultime ore, due casi sono finiti sotto i riflettori della cronaca: quello della donna in burqa che pregava nel posteggio del centro commerciale, e quello del ragazzo travestito da Deadpool che la polizia ha fermato ieri pomeriggio a Lugano su segnalazione di alcuni passanti. Il giovane, che era armato di semplici pistole giocattolo, è stato multato proprio per dissimulazione del volto.
La legge sulla dissimulazione del volto negli spazi pubblici (come ogni altra normativa), proseguiva la nota dipartimentale della scorsa estate, “deve essere fatta rispettare e deve essere applicata. La forma dell'applicazione, in particolare nei primi mesi, poteva essere più moderata, ad esempio, con un primo invito a scoprire il volto soprassedendo, nel caso di immediato seguito all'ordine impartito, all'avvio della procedura contravvenzionale. Un simile approccio, però, non esime in alcun modo e in alcun caso gli agenti di polizia dall'intervenire al momento in cui constatano una dissimulazione del volto in luogo pubblico.
Indipendentemente dalla fondatezza delle segnalazioni giunte al Dipartimento, concludeva la circolare, “invitiamo i Comandi a ribadire ai propri agenti l'importanza di far rispettare (anche) questa legge, in ogni occasione”.