CRONACA
Al Teatro di Locarno arriva "Occident Express", un frammento del nostro tempo
Mercoledì 24 ottobre il pubblico avrà la possibilità di incontrare l'attrice Ottavia Piccolo per discutere con lei i temi dello spettacolo

LOCARNO – Il lungo tour di “Occident Express”, lo spettacolo di Stefano Massini tratto da una storia vera che vede in scena Ottavia Piccolo con l’Orchestra Multietnica di Arezzo, farà tappa a Locarno martedì 23 e mercoledì 24 ottobre – ore 20.30 - in apertura della stagione di prosa organizzata dall’associazione Amici del Teatro di Locarno.

Nel tardo pomeriggio di mercoledì 24 ottobre, alle ore 18.00 presso il Teatro di Locarno, il pubblico avrà la possibilità di incontrare Ottavia Piccolo per discutere con lei i temi dello spettacolo. Un’occasione unica che come ogni anno l’Associazione Amici del teatro di Locarno regala ai suoi spettatori.

Dialogare con gli attori permette di entrare una volta di più in relazione con lo spettacolo e con il teatro questo il valore dell’iniziativa che aiuta a comprendere, ancor meglio, l’affascinante linguaggio artistico.

Lo spettacolo racconta la storia di una donna anziana di Mosul che nel 2015 si mise in fuga con la nipotina di 4 anni: percorse in tutto 5.000 chilometri, dall’Iraq fino al Baltico, attraverso la cosiddetta “rotta dei Balcani”. Occident Express è la cronaca del loro viaggio, il diario di una fuga, l’istantanea su un inferno a cielo aperto. Ma soprattutto è un piccolo pezzo di vita vissuta che compone il grande mosaico dell’umanità in cammino”.

Haifa è costretta a tagliare il filo della propria esistenza. Non sceglie di mettersi in cammino: qualcosa di più grande decide per lei, obbligandola a lasciarsi tutto alle spalle. Adesso fuggire è tutto. Dalle terre aride di Hulalyah, nel nord dell’Iraq, risalendo l’Europa fino ai ghiacci del mar Baltico, Haifa strappa coi i denti una tappa dopo l’altra, ogni volta morendo, ogni volta nascendo, ogni volta scoprendo qualcosa degli altri e di sé stessa.

Un’odissea del terzo millennio. Un racconto spietato fra parole e musica, senza un solo attimo di sosta: la terribile corsa per la sopravvivenza. Con la Piccolo, in scena l’Orchestra Multietnica di Arezzo. E parola e musica si congiungono in un appassionante messaggio di solidarietà. Perché non si tratta semplicemente di un monologo, ben scritto e ben recitato, con un’adeguata colonna sonora, ma di un oggetto teatrale, di notevole impatto sia spettacolare sia emotivo, che sfugge alle categorie tradizionali.

La parola e l’immagine (ambedue improntate al massimo e di essenziale rigore), si sposano e si intrecciano con una partitura musicale, eseguita dal vivo da un complesso multietnico, che regala suoni di strumenti classici della cultura occidentale (archi, legni, grancassa), così come quelli di oud, cümbüs, bouzouki, propri della tradizione del Mediterraneo orientale. Suoni che esaltano il respiro universale del messaggio etico, trascendendo la contingenza storica.

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