CRONACA
Rissa in quinta lega, parla il presidente del Makedonija Mite Petrov: "Trenta contro uno? Una bufala! Conflitto etnico tra giocatori? Non mi risulta"
Il patron del club locarnese: "Leggere e sentire certe cose mi ha ferito. Non siamo come ci hanno dipinto sui giornali"

MAGADINO – Il presidente del FC Makedonija Mite Petrov è un uomo “ferito”. La squadra di cui è presidente da una decina di anni si è ritrovata improvvisamente nell’occhio del ciclone a seguito della rissa dello scorso 4 novembre in occasione della trasferta sul campo dell’Ac Coderborgo.

Nei giorni scorsi si è parlato di una rissa trenta contro uno. Una "bufala" che ha “distrutto moralmente” il presidente Mite Petrov. “Perché – racconta a Liberatv – non corrisponde assolutamente al vero”.

Senza fare tanti giri di parole, Petrov racconta la sua versione dei fatti. “Durante la partita c’è stato un diverbio piuttosto acceso tra il nostro capitano e un giocatore del Codeborgo. Robe che succedono su ogni campo, in ogni partita, in qualsiasi categoria”.

Ma a pochi istanti dal fischio finale “il loro giocatore ha sputato addosso al nostro capitano, che ha prontamente chiesto perché lo avesse fatto”. “A quel punto – sostiene il patron del Makedonija –, è stato spinto a terra, scatenando la reazione dei miei giocatori corsi in aiuto del loro compagno”.

“C’è stata una situazione confusionaria. Magari qualche cazzotto è volato, ma non era assolutamente un trenta contro uno. In campo c’erano giocatori e staff del Makedonija, così come del Codeborgo”.

“Personalmente, sono entrato in campo per allontanare i miei giocatori che hanno obbedito e sono andati sotto la doccia. Leggere e sentire certe cose mi fa male, perché noi non siamo la squadra che è stata dipinta dai giornali, ma il contrario. Siamo una comunità di persone macedoni che si ritrovano su un campo da calcio con l’unico scopo di divertirsi e stare bene insieme”.

Nei giorni scorsi, c’è stato anche chi ha detto che il Makedonija non è nuovo a certi atteggiamenti violenti, alludendo alle origini dei giocatori del club giallorosso. Concetto che Mite Petrov smentisce categoricamente. "Non credo che si possa parlare di un conflitto etnico. In trenta anni che sono nel mondo del calcio ticinese non ho e non abbiamo mai avuto problemi di questo tipo".

 “Abbiamo sempre rispettato gli avversari e gli avversari hanno sempre rispettato noi e la nostra cultura. È la prima volta che succede una cosa del genere”.

In attesa dei provvedimenti della Federazione Ticinese Calcio, il presidente Petrov si augura “che la cosa possa finire qui”. “Chiediamo –conclude – che non vengano ingigantite le cose a mezzo stampa”.

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