Dopo il pestaggio a Giumaglio, il papà del ragazzo morto a Locarno si chiede: "Ciò che facciamo come prevenzione è sufficiente? Siamo pronti a aiutare il giovane picchiato e la sua famiglia"
GIUMAGLIO – Violenza ad una manifestazione creata per divertirsi, un giovane ferito, picchiato, lasciato sanguinante e soccorso dalla chiamata delle due amiche che erano con lui ai genitori. Una scena che non può che far tornare alla memoria chi ad un carnevale, anni fa, perse la vita.
Damiano Tamagni, da quando morì a Locarno, è diventato una sorta di simbolo contro la violenza nelle feste, in quelle occasioni in cui ci si dovrebbe solo divertire. La sua famiglia, con una Fondazione, ha sempre tenuto vivo il suo ricordo con eventi contro la violenza.
Non poteva mancare ora il commento della Fondazione, a firma di Maurizio, il padre di Damiano, a quanto successo a Giumaglio. “Ancora notizie sconcertanti da quella che avrebbe dovuto essere una festa di carnevale, purtroppo un altro ragazzo ha dovuto subire violenza da parte di un gruppo di giovani”, si legge. “Innanzitutto la nostra fondazione vuole esprimere tutta la nostra solidarietà al ragazzo e alla sua famiglia, siamo loro vicini e faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per aiutarli”.
“D’altra parte ogni volta che succedono episodi di violenza tra giovani, ci troviamo confrontati al dilemma se è abbastanza quello che facciamo come prevenzione, o cosa potremmo fare di più con i nostri mezzi”, è l’angosciosa domanda che si pone. “Insomma, come far capire a questi ragazzi quali sono le conseguenze della violenza? La morte di Damiano non ha insegnato abbastanza?”.
Ma Tamagni non molla. “Questo sarà un ulteriore stimolo ad impegnarci sempre di più nel nostro lavoro di prevenzione, confidando nell’aiuto della società tutta e dei genitori in particolare”.