Il procuratore pubblico Nicola Respini sospetta che ad agire "sia stata la stessa banda, viste le identiche modalità". Sul posto anche il ministro Norman Gobbi
COMANO – Parte della popolazione di Comano si è svegliata in piena notte, poco prima delle 3.30, da un forte botto. “Uno scoppio – raccontano dei cittadini a La Regione – simile a una bomba. Inizialmente pensavamo fosse successo qualcosa al quartiere, poi...”.
Poi, la scoperta. Il Bancomat della Raiffeisen di Comano – situato vicino agli stabili RSI – è stato assaltato con dell’esplosivo. E in Ticino, questo, è solo l’ultimo in ordine cronologico di una lunga serie di colpi simili: il sesto per l’esattezza in poco meno di un anno, a cui vanno aggiunti le decine di casi avvenuti nella vicina Italia.
Se dietro all’assalto al bancomat di Comano vi sono le stesse persone degli altri colpi non è ancora dato saperlo. “Si suppone – dice alla RSI il portavoce della Polizia Cantonale – che si tratti di una banda organizzata come nei casi precedenti. In questo caso si parla di tentato furto perché dai primi accertamenti non vi è refurtiva”. Un uomo è stato visto scappare verso il bosco da un testimone.
Interpellato da La Regione, il procuratore pubblico Nicola Respini – che si è occupato dei casi precedenti – afferma di avere il sospetto che ad agire “sia stata la stessa banda, viste le identiche modalità utilizzate”.
Sul posto anche il ministro Norman Gobbi che sta seguendo le operazioni di Polizia da vicino.