Il collaboratore del Lugano aggredito e lasciato in mutande sarebbe stato aggredito da un collega con il viso coperto da un casco. La società: "L'episodio non ha nulla a che vedere con le attività del club"
LUGANO – Ha fatto parecchio scalpore la notizia di un collaboratore di lunga data del FC Lugano, attivo nel settore giovanile, aggredito, derubato e costretto a spogliarsi sabato mattina all'interno dello stadio di Cornaredo (vedi articoli suggeriti). L'uomo fermato nel giro di poco tempo dalla Polizia è stato nel frattempo rilasciato. E se il club bianconero preferisce non esprimersi sulla vicenda a causa, anche, delle indagini ancora in corso, nuovi dettagli emergono dal Blick, secondo cui l'autore dell'aggressione è nientedimeno che...un collega della vittima e quindi collaboratore del Lugano.
Alla base dell'aggressione – riferisce il quotidiano d'oltre Gottardo – ci sarebbe un diverbio avvenuto tra i due protagonisti qualche settimana fa. Prima di compiere l'aggressione, con tanto di viso coperto da un casco, e costringere il malcapitato a rimanere in mutande, l'aggressore avrebbe osservato la vittima per alcuni minuti.
Il direttore generale del FC Lugano Michele Campana ha spiegato al Blick che "non si tratta di una rapina", aggiungendo che "la vittima sta meglio, seppur sotto choc. Finché non saranno concluse le indagini, il club non prenderà provvedimenti contro nessuno". L'episodio avvenuto nella mattinata di sabato "non ha nulla a che vedere con le attività del club", ha spiegato la dirigenza dei bianconeri in una nota stampa.