L'attaccante del Castello parla dopo la decisione del Tribunale sportivo: "Pago per una cosa non fatta, ma per fortuna tutto è finito. Mi dà fastidio che..."
CASTELLO – L’attaccante del Castello Renato Santillo è un giocatore felice a metà. Ieri, il Tribunale Sportivo ha cambiato le carte in tavola e ha stravolto la sentenza sui calciatori di Castello e Ascona coinvolti nel famoso caso di ‘tentata combine’ in Seconda Lega. Se la Federazione ticinese di calcio aveva inizialmente usato la mano pesante sanzionando Santillo con nove mesi di squalifica e Giaccari fino a gennaio 2021, il Tribunale è stato più clemente: il tesserato del Castello squalificato – da gennaio in poi – con otto turni di stop e quello dell’Ascona con 16 giornate.
Decisione che, come scritto sopra, è stata accolta non con troppo entusiasmo da Santillo, che tramite l’avvocato John Dell’Oro aveva chiesto l’assoluzione completa. “È chiaro – ci dice – che un po’ di rammarico c’è perché sconterò comunque otto giornate, e non sono poche, per una cosa che non ha fatto. Mi spiego: avrei dovuto mettere al corrente la Federazione della telefonata ricevuta, ma in quel momento non lo ritenevo opportuno. Ci tengo a ringraziare pubblicamente il mio avvocato per aver fatto un lavoro importante a avermi rappresentato al meglio”.
Quelli trascorsi da giugno (è emersa la vicenda ndr) ad oggi sono stati “mesi molto difficili per me”, racconta Santillo. “Ho avuto problemi a casa, sul lavoro, in campo me ne hanno detto dietro di tutti i colori. Sui giornali c’era il mio nome, il mio cognome, le mie foto. Il tutto associato alla parola ‘combine. Insomma, non una cosa piacevole… Sicuramente sono contento che tutto questo sia finito, mi sono tolto un peso. Non lo nascondo”.
E adesso? Che farà Santillo? “Finirò l’andata dando il massimo come ho sempre fatto anche in questi cinque mesi. Poi valuterò il da farsi. Cosa intendo? Mi dà fastidio e mi pesa che sia stato un mio compagno a divulgare il video. E quello stesso compagno ad oggi non si è ancora palesato. Questa cosa mi pesa e non poco. Non è facile nella mia posizione condividere uno spogliatoio con un compagno che nei miei confronti non si è comportato in maniera onesta”.