Il caso continua a far discutere nonostante la direzione della RSI abbia ammesso che “non coprire in diretta televisiva l’evoluzione dello spoglio è stata una valutazione errata”
LUGANO - “La Rsi ha dimostrato sprezzo per gli elettori, scarso interesse per la vita politica del Paese e ha confermato di essere completamente impreparata agli eventi del momento”. Con queste dure parole l’ex consigliere comunale di Lugano Patrick Pizzagalli motiva il suo reclamo contro la scelta di Comano di non seguire in diretta il ballottaggio per gli Stati di domenica 17 novembre. Reclamo che, come scrive LaRegione, è stato indirizzato al mediatore della Rsi.
Il caso – già oggetto di una contestazione da parte del Consiglio del pubblico della Corsi – continua dunque a far discutere nonostante la direzione della RSI abbia ammesso che “non coprire in diretta televisiva l’evoluzione dello spoglio è stata una valutazione errata”.
“Questo non è il servizio pubblico che dovrebbe essere offerto alla modica somma di 365 franchi l’anno”, scrive Pizzagalli, secondo il quale la RSI ha violato le regole legali: “I programmi delle emittenti concessionarie, fra cui Ssr in materia elettorale, devono rappresentare in modo adeguato la pluralità degli avvenimenti e delle opinioni nell’insieme delle loro trasmissioni redazionali (Articolo 5, della Legge federale sulla radiotelevisione)”.
Pizzagalli ha anche cronometrato gli spazi informativi dedicati dalla tivù al ballottaggio: “11:13 minuti dalle ore 13.40, quando il risultato era già definitivo; 13:19 minuti dalle 14.25; 6:47 minuti dalle 16.15; 29:25 minuti dalle 19.20”.
Il reclamo chiede al mediatore di accertare come “il palinsesto di Rsi La1 e La2 abbia leso la Legge federale sulla radiotelevisione”, e invita la Rsi “in occasione del ballottaggio del Consiglio degli Stati nel novembre 2023 a organizzare una diretta perlomeno dalle 13.30”.