Vitta e Berset richiamano più volte allo spirito della Svizzera, in particolare unione e solidarietà, ricordando le misure e la necessità di rispettarle. Berset: "Siamo uno dei paesi che testa di più al mondo"
BELLINZONA - Alain Berset si è recato in visita in Ticino. Lui e il Consigliere di Stato Christian Vitta hanno tenuto una conferenza stampa.
Vitta: "Stiamo entrando nel momento critico"
"Conferenza stampa odierna fa seguito all'incontro che il Governo ha avuto con Berset: una presenza importante per il nostro Cantone. Una presenza che ci vuole mostrare solidarietà e vicinanza del Consiglio Federale, fondamentale per noi per un agire condiviso, a tutela del bene più prezioso della collettività, la salute. Unità è uno dei valori su cui è si fondata la Svizzera ed ora ci deve guidare. Il Ticino è il primo Cantone che sta affrontando la diffusione veloce di questo virus e che sta entrando nel momento critico".
"L’incontro odierno, che fa seguito ai costanti e regolari contatti con le autorità federali, ci ha permesso di fornire un quadro dettagliato di quanto stiamo vivendo per far sì che ci sia conoscenza condivisa, basilare per attuare piani comuni e avere delle misure efficaci in Ticino. Limitare la diffusione in Ticino è basilare, ci auguriamo uno spirito solidale anche da parte degli altri Cantoni e della Confederazione, che si traduca in aiuto anche sanitario. La gestione del virus implica misure forti che limitano la libertà economica e personale: vi esorto a rispettarli scrupolosamente, anche durante un lungo fine settimana festivo solare. Siate tutti responsabili, restate a casa".
"Il Governo continuerà ad adattare la strategia in funzione dell’evoluzione della situazione. Occorre mettere in campo anche una serie di misure a favore dell’economia: anche per questo siamo in costante contatto con le autorità federali per rafforzare le misure esistenti e per attuarne di nuove per attutire l’effetto economico. Aspettiamo la comunicazione del Consiglio Federale, comunicato domani, il Consiglio di Stato sta affinando nuovi strumenti. Vi posso anticipare che abbiamo coinvolto BancaStato e stiamo finalizzando un modello di intervento che permetterà di attivare a breve termine almeno 50 milioni di franco a favore del Cantone: ultimeremo il modello in settimana. Abbiamo preso atto con piacere che anche i Comuni si tanno muovendo. Tutto questo dimostra una forte unione d’intenti all’interno del nostro Cantone e una condivisione di energie, elementi indispensabili per affrontare la situazione con solidarietà. Il mio auspicio è che si affronti tutto con solidarietà, vicinanza e unione, valori che hanno reso grande la Svizzera e il Ticino. Invito tutti i cittadini a farli propri: servono solidarietà e vicinanza soprattutto per le persone più fragili, e solidarietà che sia anche un senso di responsabilità verso gli altri. Attenetevi scrupolosamente alle indicazioni delle autorità e degli specialisti. Sia chiaro a tutti i ticinesi che anche il vostro comportamento responsabile serve a salvare vite umane. Solo agendo in modo condiviso e unito possiamo affrontare questo difficile momento".
Berset: "Siamo a fianco del Ticino"
"Ringrazio il Consiglio di Stato per l’invito. Viviamo giorni molto difficili, con un’evoluzione rapida dell’epidemia che ha spinto le autorità cantonali e federali a prendere misure drastiche per rallentare la diffusione e proteggere il sistema sanitario. Il Canton Ticino ha svolto un ruolo di pioniere, sia nell’organizzazione del sistema sanitario, nel sostegno all’economia, nel chiudere le scuole e i commerci. Il Consiglio di Stato ticinese ha preso delle decisioni coraggiose prima di tutti gli altri. Ringrazio il Consiglio di Stato, gli specialisti, il Medico cantonale e tutti coloro che lavorano in modo incessante per affrontare la crisi e il personale sanitario per il lavoro svolto. Ringrazio anche il personale dei negozi di vendita al dettaglio, dei traporti e tutti coloro che permettono di affrontare il momento. La Svizzera è col Ticino che si batte, il Consiglio Federale è in contatto continuo col Consiglio di Stato".
"Siamo consapevoli e seguiamo fianco a fianco col Consiglio di Stato la situazione. Vediamo che il sistema sanitario ticinese sta arrivando al limite. Ogni giorno, ogni ora, impariamo qualcosa di nuovo sul virus. Sino a pochi mesi fa non eravamo in chiaro sulla virulenza di questo virus, ora vediamo cose che non avremmo mai potuto immaginare. Ci rendiamo conto che l’aumento dei ricoveri ci mostrano che stiamo giungendo al limite. Il Ticino ha bisogno di sostegno, poi ne avranno bisogno altri Cantoni. L’unità è un valore fondamentale non da ricordare solo al primo agosto ma da mettere in campo ora. Chiediamo a tutti di restare a casa, di essere prudenti, di cercare di fermare lo sviluppo, per salvare vite umane".
"In Ticino abbiamo attuato tutte le misure immaginabili, ha fatti un lavoro eccellente, lo ha fatto anche la Confederazione ma ora serve il sostegno di tutta la popolazione per far sì che si superi questo momento. Come Confederazione abbiamo contribuito mandando sostegno logistico, militando sino a 8000 militi. Questo dimostra che la situazione è presa sul serio. La discussione di stamattina è stata molto fruttuosa, era necessaria ed è stata utile, sono stato molto felice di aver avuto uno scambio con il Consiglio di Stato e con chi sta gestendo questa crisi, abbiamo affrontato senza tabù tutti i temi e questo deve aiutarci a migliorare ancora la lotta al Coronavirus. Sappiamo che le misure prese dalla Confederazione e del Cantoni sono drastiche, che ostacolano le attività economiche, le paralizzano, e lo stesso vale per quelle associative, sportive, culturali. Il fatto che siano state adottate ci deve ricordare che tutto va preso sul serio".
"Il Consiglio Federale avrà una riunione per rispondere alle domande dell’economia. Sappiamo cosa significa questo periodo per tutti, per chi ha visto crollare la capacità ci guadagnarsi da vivere, ne siamo coscienti, e questo vale per aziende, per indipendenti, per la cultura, per lo sport. Vogliamo dare una risposta rapida e all’altezza. Aumenteremo il sostegno, renderemo possibile l’accesso a fondi con meno burocrazia possibile, cercheremo di non lasciare indietro nessuno. Le misure sono state prese solo per proteggere la salute e funziona solo se tutti vi si attengano. Saranno efficaci solo se tutti li rispetteranno. Le persone che ora sono in pensione hanno reso la Svizzera quella che è oggi e hanno diritto che i giovani rispettino le misure rispettando la salute. Lancio un appello a tutta la popolazione: state a casa, tenete le distanze, sono gli unici pezzi per rallentare l’epidemia e evitare che il sistema sanitario vada in crisi, perché vogliamo che tutti abbiano accesso alle cure".
"Dobbiamo puntare su quel che ci unisce, non si quel che ci divide. Il virus è subdolo, non conosce frontiere. Invito la popolazione a non perder ela speranza, solo così ne verremo a capo".
"I primi contatti tra la Confederazione e i Cantoni risalgono a gennaio, ci siamo messi in contatto stretto nelle situazioni particolarmente delicate, coi primi contagi, nel rapporto con l’Italia, con contatti quotidiani, anche con Vitta e De Rosa, che incontriamo nella conferenza dei direttori della salute. Non conta sapere chi ha reagito prima, non si può dire che avremmo dovuto reagire prima: abbiamo iniziato lavorando. Dovevo venire in Ticino già venerdì scorso ma a causa della riunione del Governo durata di più è stato impossibile. Sono venuto il più presto possibile. In Svizzera abbiamo un sistema di lavorare diverso rispetto ad altri paesi, noi facciamo quello che diciamo e le cose vengono fatte in maniera precisa. Il nostro è l’unico modo di comunicare che funziona in una democrazia diretta".
"La risposta economica sarà all'altezza, sono cifre importanti. Questo deve rivolgersi a tutte le persone coinvolte da questa crisi, da questo virus che fa avanti da mesi: sappiamo che delle aziende sono ferme perchè non ricevono le misure prime o non hanno ordini. Vogliamo proteggere la popolazione anche dalle conseguenze economiche. Domani daremo dei dettagli dopo la riunione del Consiglio Federale. La cifra annunciata da Guy Parmelin è di 10 miliardi di franchi, penso di potervi dire che con tutte le misure prese questa misura è una base e non un tetto massimo. Dovremo misurare quelle che sono effettivamente le condizioni economiche del paese, siamo davanti a una situazione che non conosciamo, che sta creando anche conseguenze economiche difficili da quantificare. Sappiamo che saranno enormi, le misure adottate dalla Confederazione, sulla stessa linea del Ticino, avranno conseguenza drastiche per diversi settori, pensiamo a quello della ristorazione. Ci sono una serie di indipendenti, parrucchieri, estetisti per esempio, a cui impediamo di lavorare. Ma non vogliamo che si sentano in balia degli eventi, dobbiamo tener conto della situazione dando una risposta a queste persone, anche gli indipendenti, anche chi ha contratti determinati, anche chi lavora nella cultura e nello sport. Domani in mattinata ne discuteremo, il messaggio che voglio che passi è che la risposta sarà all'altezza".
Vitta: "Auspichiamo attenzione per gli indipendenti"
"Da parte nostra auspichiamo che ci sia un'attenzione agli indipendenti nel pacchetto di misure che verrà presentato dal Consiglio Federale. Sappiamo che è una categoria fragile al momento, lo abbiamo ribadito questa mattina e le parole di Berset ci rendono fiduciosi".
Berset: "Ci saranno conseguenze sanitarie, economiche e sociali"
"Quanto durerà la crisi? Quella sanitaria è la priorità numero uno, poi c'è quella economica e credo che si saranno anche conseguenze sociali. Per quanto riguarda la sanità è difficile fare previsione, sono stato confrontato con molte ipotesi sulla diffusione, sulla virulenza, sul picco. Quello che abbiamo constatato e che ci rende umili è l'incertezza, il constatare che quello che abbiamo visto in Cina e in Italia ha differenze notevoli, che ci vorrà tempo per analizzare tutto. Ciò che dice chi mi aiuta nell'Ufficio Federale della Salute Pubblica è che la diffusione è più forte e violenta di quel che si credeva. Dipenderà tutto dalle misure: con quelle adottate speriamo di riuscire a rallentare l'evoluzione per indebolire e avere meno pressione sui servizi sanitari. Non so parlare di settimane o mesi".
"Le conseguenze economiche e sociali sono più a lungo termine. Fino a sei mesi fa eravamo nel periodo di crescita più lungo dopo la Seconda Guerra mondiale, ora siamo nella recessione più grande dal 1945: tutto in sei mesi! Le conseguenze saranno importanti non solo per noi, calcoliamo che siamo esportatori e ci serve un'economia globale, ma su di essa sono pessiminista. Durerà mesi o anni".
"Quello che stiamo vivendo è unico, la vita sociale è diversa da quella che avevamo prima. Mi auguro e sono fiducioso che essa torni a fiorire e a essere simile a quella di prima, ma questo ci cambierà tutto. Dobbiamo riflettere su cosa significava il ritmo di prima, sull'importanza dei rapporti umani".
"Venire in Ticino è stato diverso che avere contatti da Berna. Mi porterò a casa nuovi elementi di cui mi sono reso conto, mi sono arrivati stimoli su quello che potremo realizzare ed è stato dunque molto importante per la reazione che stiamo preparando. I ticinesi sono stati i primi a essere confrontati con un aumento importante, ma probabilmente avverrà ovunque: ho trovato calma e determinazione nei ticinesi, rassicura molto. Siamo pronti a mettere altre misure, ma tutto è un comportamento individuale".
Vitta: "Lavoriamo per appiattire la curva e aiutare il sistema sanitario"
"Le misure sono state adeguate in funzione dell'evoluzione. Il virus si sta diffondendo in tutti i paesi, non solo in Ticino, ma anche nel resto della Svizzera con qualche giorno di ritardo. Siamo entrati in una fase dove è estremamente importante seguire le misure. Abbiamo discusso anche dell'approvvigionamento dei medicamenti e della necessità di appiattire alla curva. In questo senso stiamo lavorando a delle misure, ma non solo: anche per far sì che il settore sanitario abbia ancora più capacità di accogliere chi ha bisogno".
Berset: "La Svizzera è uno dei paesi che testa di più"
"Siamo in una crisi sanitaria mondiale e c'è un'esplosione di richieste di disinfettanti, di mascherine e tutti si chiedono cosa si possa usare come medicamento. Lo stesso vale per i tamponi, che è uno dei beni più richiesti al mondo. La pressione è enorme, è importante cooordinarci a livello nazionale, abbiamo un'organizzazione che lo sa fare. Sui farmaci il Ticino, ma non solo, ci hanno posto domande. La Confederazione può fare in modo di ottenere medicamenti ma non si sa come sarà l'evoluzione. Per produrre ci vogliono tempi, la situazione non è fluida. Questo vale per i farmaci, mentre per il materiale di protezione lo è di più, facciamo il possibile affinchè arrivino a chi serve. Non è il caso di dare mascherine alle farmacie, perchè alle persone sane non è raccomandato usarle. Bisogna fare in modo che esse vadano a professionisti e a chi cura i malati".
"Per quanto concerne i test, c'è stata una discussione per capire se andava fatto a tappeto. La Svizzera è uno dei tre paesi al mondo che ha testato di più le persone per milioni di abitanti, abbiamo fatto il possibile. È una fake news dire che non si testa, siamo ben davanti a molti paesi, dietro solo alla Corea. Ma per continuare dobbiamo continuare ad acquistare i tamponi, abbiamo preso il quantitativo possibile".