Fra gli iniziatori della Pro Venezia vi era l'indimenticato statista ticinese Brenno Galli, uomo di cultura e rotariano luganese
LUGANO/VENEZIA – Il Rotary Club di Lugano, nell'ambito degli eventi per celebrare il 90° di fondazione, ha promosso numerose iniziative: il Congresso informativo sui vaccini a Lugano, il sostegno all’Aula nel bosco a Lugano Bre, l’Aula multisensoriale a favore dell’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana, senza dimenticare diverse azioni luganesi legate all’emergenza sanitaria COVID.
Il Rotary Club Lugano segue anche una lunga tradizione nella cura del patrimonio culturale. A livello internazionale il club di servizio ha deciso di sostenere La Fondazione Svizzera Pro Venezia nella salvaguardia del patrimonio culturale della città lagunare, di nuovo duramente colpita da una tremenda mareggiata nella notte dal 12 al 13 novembre dello scorso anno.
L'AQUA GRANDA del 2019 è paragonabile solo a quanto si è verificato il 4 novembre 1966 e che indusse il Consiglio Federale, in risposta all'appello internazionale dell'UNESCO e del Consiglio d'Europa, a costituire nel 1972 la Fondazione Svizzera Pro Venezia, con lo scopo di raccogliere fondi per soccorrere la Città lagunare nella riparazione dei danni e nel restauro del patrimonio culturale. La Fondazione è sottoposta alla vigilanza del Dipartimento federale dell'Interno.
Fra gli iniziatori della Pro Venezia vi era l'indimenticato statista ticinese Brenno Galli, uomo di cultura e rotariano luganese.
Purtroppo la sua prematura scomparsa non gli permise di vedere la conclusione del primo progetto di restauro realizzato dalla Fondazione Svizzera: la Chiesa di San Stae, affacciata sul Canal Grande e opera di Domenico Rossi di Morcote.
Altri rotariani luganesi fecero parte del Consiglio di Fondazione: l'Ambasciatore Guido Lepori, l'Arch. Gianfranco Rossi e il Dr. Ermes Borsari.
Anche oggi due rotariani reggono le sorti della Fondazione: Giordano Zeli del Rotary Club di Lugano, Presidente del Consiglio di fondazione di Pro Venezia e Marco Solari del Rotary Club di Zurigo, Membro di Consiglio.
Da allora Pro Venezia ha continuato a promuovere numerosi interventi di restauro e nel contempo ha perseguito lo scopo di sottolineare e valorizzare la relazione culturale tra Svizzera e Italia scegliendo, di regola, opere realizzate da architetti e artisti svizzeri durante ben trecento anni a partire dal 15° secolo (www.provenezia.ch).
Tutti i progetti sono stati realizzati in collaborazione con le competenti autorità italiane e con il coordinamento dell'Associazione dei Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia, di cui Pro Venezia fa parte. La maggior parte degli interventi sono stati sostenuti dalla Confederazione, da Cantoni, da Comuni e da privati.
Eccone alcuni esempi: il monumento Mocenigo di Giuseppe Sardi da Morcote nella chiesa dell’Ospedale (1657), che stupisce per la ricchezza dell’apparato scultoreo; la facciata di Santa Maria del Giglio, sempre del Sardi (1678), che incanta per il suo “racconto di pietra”; la chiesa di S. Stae, con la facciata neoclassica di Domenico Rossi da Morcote (1710) rivolta al Canal Grande.
Alternando restauri impegnativi a restauri dall’onere finanziario contenuto, ma non per questo di minor interesse, (come il gruppo scultoreo Madonna col Bambino nella chiesa di S. Sebastiano, opera di Tommaso da Lugano del XVI° secolo, oppure l’altare di S. Antonio nella chiesa dei Frari costruito da Giuseppe Sardi nel 1663 su progetto di Baldassarre Longhena o come il dipinto settecentesco di Paolo Pagani a palazzo Salvioni ) , la Fondazione è riuscita ad essere costantemente attiva nella salvaguardia di Venezia. Senza dimenticare, da un lato la promozione e valorizzazione dei restauri eseguiti, grazie a pubblicazioni di carattere storico-scientifico e dall’altro l’importanza della manutenzione, soprattutto in una città dal rapido degrado quale Venezia. Importanza ribadita e riconosciuta in un convegno promosso dalla Fondazione a Palazzo Ducale nell’autunno 2007. Infatti la Fondazione, nel caso della facciata di S. Maria del Giglio, non si è limitata a finanziare i restauri e la pubblicazione scientifica, ma si è fatta carico anche dei costi di manutenzione e controllo dell’impianto antipiccioni, fondamentale per preservare il bene restaurato.
Per la sua attività, alla Fondazione Svizzera Pro Venezia sono stati conferiti due riconoscimenti, in Svizzera ed in Italia: nel 1976 il Premio della Fondazione del Centenario della Banca della Svizzera italiana e nel 1980 il Premio Torta a Venezia, attribuito dall'Ateneo Veneto.
Un restauro della Fondazione degno di una menzione particolare è quello del Portale della Chiesa dei Carmini, inaugurato il 13 ottobre del 2010, perché, per la prima volta, ha permesso a studenti di restauro di lavorare su di un cantiere a Venezia. Ma soprattutto ha dato l'avvio ad una collaborazione internazionale fra l'Istituto Veneto per i Beni Culturali (IVBC) e la Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI), tanto che studenti "svizzeri" e "italiani" hanno potuto lavorare assieme sul cantiere dei Carmini.
Ultimo restauro della Fondazione, inaugurato l'11 aprile 2018, è quello della Cappella dei Tessitori nella meravigliosa Chiesa dei Gesuiti, (opera di Domenico Rossi da Morcote, ove operarono anche gli stuccatori Abbondio Stazio da Massagno e Carpoforo Tencalla Mazzetti da Bissone) e della Pala d'Altare di Palma il Giovine.
A oggi, l'entità dei danni della mareggiata del novembre del 2019 non è ancora stata quantificata in modo dettagliato. Nondimeno già sappiamo che numerose opere sono state gravemente danneggiate, per cui è urgente intervenire, sia per prevenirne l’ulteriore degrado, sia per la loro messa in sicurezza, nonché in un secondo tempo per promuoverne il restauro vero e proprio.
In particolare sappiamo che la Chiesa di San Stae e il suo campanile, opera di Domenico Rossi (Morcote), affacciata sul Canal Grande e primo restauro effettuato da Pro Venezia nel 1976-79 hanno subito danni di una certa importanza, dovuti anche alla tromba d'aria che si è scatenata durante l'acqua alta. La Fondazione Svizzera in accordo con la Curia Patriarcale, (proprietaria dell'immobile) e la Soprintendenza, (Ministero italiano dei Beni culturali), ha commissionato un'indagine preliminare alfine di accertare e quantificare i danni e di prendere quelle misure che s'impongono per la messa in sicurezza di eventuali parti pericolanti. Quest'indagine permetterà quindi l'allestimento del progetto e del preventivo dei relativi costi del restauro.
Il Presidente del Rotary Club di Lugano, Antonio Silvestro, nell'intento di sottolineare lo spirito di servizio dei soci anche nel campo internazionale, incontrerà nel corso del mese di giugno il Presidente della Fondazione Svizzera Pro Venezia, Giordano Zeli, per la consegna del contributo di 10'000 franchi, a sostegno dei lavori conservativi e indagini preliminari.