CRONACA
La SUPSI tra Covid e nuove opportunità. Alberto Petruzzella: "Telelavoro e insegnamento a distanza anche in futuro, ma senza rivoluzioni"
Il presidente del Consiglio della SUPSI: "Sono davvero orgoglioso di come collaboratori, studenti e alunni hanno fronteggiato l'emergenza sanitaria"
TIPRESS

MANNO – Il lavoro, in questi giorni di inizio estate, alla SUPSI di Manno non manca. Sono ritmi serrati quelli con cui sono confrontati il presidente del Consiglio SUPSI Alberto Petruzzella e i suoi collaboratori. L’anno universitario corrente sta per concludersi, ma l’organizzazione del prossimo anno non può attendere. Prima di programmare il futuro, Petruzzella analizza l’anno universitario che sta per concludersi. Un anno “intenso e impegnativo, ma pur sempre ricco di soddisfazioni”, dice a liberatv il presidente a margine della conferenza stampa in cui è stato presentato il rapporto annuale 2019.

Il rapporto mette in luce una confortante realtà: più passano gli anni e più la SUPSI è in grado di accogliere studenti universitari tutti i campi, siano essi Bachelor, Master o il percorso diploma. Prendendo in analisi solo la formazione Bachelor, si è passati dai 3’709 iscritti del 2015-2016 ai 4’613 dell’anno in conclusione.

“Siamo soddisfatti del consolidamento in tutte le formazioni che offriamo – afferma Petruzzella – . Abbiamo lanciato anche delle formazioni nuove che stanno avendo parecchio successo e ci aiutano, va detto, ad ampliare i numeri. Penso, per esempio, alla formazione in Data Science and Artificial Intelligence, un percorso universitario che pone l’accento sulle capacità di implementare algoritmi rendendoli operativi all’interno delle aziende e analizzare in modo efficiente anche grandi quantità di Big data”.

Inoltre, prosegue, “abbiamo formato più insegnanti, come da richiesta del Cantone. Abbiamo formato più infermieri, come da richieste dei vari ospedali. Direi quindi che il trend di solida crescita è legato anche alla necessità di nuove formazioni, oltre a soddisfare il ‘fabbisogno’ delle realtà territoriali. È importante sottolineare come metà delle formazioni che offriamo sono a numero chiuso, proprio perché teniamo conto di quelli che sono i bisogni del territorio. In poche parole, riteniamo che chi finisce la scuola debba trovare un posto di lavoro”.

SUPSI e coronavirus

Inutile dirlo, l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ha cambiato anche i paradigmi nelle pratiche lavorative della SUPSI e nell’assicurare la continuità dei mandati istituzionali di Formazione di base, Formazione continua, Ricerca applicata e Prestazioni di servizio.

"Il 2020 - dice il presidente - non sarà un anno brillante dal profilo finanziario. Avremo sicuramente minori entrate e, non dimentichiamolo, sarà ritardata l’entrata nei nuovi campus. Ma siamo pronti a fronteggiare anche questa situazione. Veniamo da anni finanziariamente solidi e il numero di iscritti per il prossimo anno ci fa ben sperare per il futuro”.

Il lockdown ha però spalancato le porte a nuove opportunità come il telelavoro e l’insegnamento a distanza. “Questo è stato uno dei pochi vantaggi che ci ha concesso il maledetto virus. L’home working e l’insegnamento da remoto hanno funzionato piuttosto bene. Come SUPSI penso che manterremo queste opzioni anche per il futuro. I nostri collaboratori hanno dovuto velocemente adattarsi al contesto e hanno svolto un ottimo lavoro. Sono estremamente fiero di loro. Ma attenzione… telelavoro e insegnamento a distanza non vuole dire trasformarsi in un’università a distanza. Non ci sarà nessuna rivoluzione drastica. Deve essere un qualcosa in più, non la regola. La presenza è fondamentale per una corretta interazione con i docenti, ma pensando alla formazione continua reputo possa portare benefici enormi: chi lavora a tempo pieno e deve seguire corsi serali, per esempio, potrà comodamente andare a casa senza doversi preoccupare del traffico. Inoltre, anche a livello ambientale è una strategia che può dare i suoi benefici”.

In conclusione, Petruzzella vuole ringraziare ancora chi è stato chiamato a gestire e fronteggiare la crisi. “La SUPSI ha dato un grosso contributo in tanti campi. Da chi ha contribuito al rilancio economico del Cantone a chi è intervenuto dal profilo sanitario. Inoltre, un grande plauso va anche a docenti e studenti che hanno affrontato questo delicato periodo con spirito davvero lodevole”.

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