Il direttore del Centro Professionale Sociosanitario Cantonale in Cure Infermieristiche racconta l'importante contributo dato dagli studenti all'emergenza COVID-19
BELLINZONA - "La prima volta lo scorso 17 marzo, poi ancora il 23, e il 30, e... ancora il 27 aprile… questo l'ordine con il quale sono stati gradualmente coinvolti ben 140 allievi infermieri dell'ultimo anno della Scuola Superiore Specializzata in Cure Infermieristiche, la SSSCI, seguiti da una sessantina di studenti infermieri del terzo anno della SUPSI”.
Così Paolo Barro, direttore del Centro Professionale Sociosanitario Cantonale in Cure Infermieristiche (CPS Infermieristico), spiega con una punta di orgoglio, l'importante contributo dato da allievi e studenti delle due Scuole sanitarie di livello terziario ticinesi, all'emergenza COVID-19.
"Non poteva che essere così – dice -: difficile infatti pensare che un centro di formazione professionale come quello da me diretto, insieme al Dipartimento sanità e socialità della SUPSI, non fossero coinvolti direttamente in questa difficile crisi in ambito sanitario. Ogni anno circa 500 allievi frequentano la SSSCI, ripartiti tra formazione di base in cure infermieristiche, formazioni di base di soccorritori professionali, curriculi specialistici post diploma per esperti in cure intensive, cure urgenti e anestesia”.
Formazioni a tempo pieno, di livello terziario, che, aggiunge Paolo Barro, “hanno il grande privilegio di articolare blocchi di pura teoria a blocchi di formazione pratica, coordinata tra i nostri docenti infermieri di materie professionali con abilitazione pedagogica alla docenza, i formatori infermieri e i referenti per la formazione interna agli ospedali, che contribuiscono all’insegnamento pratico”.
Insomma, afferma il direttore del CPS Infermieristico, grazie a questa aderenza tra le Scuole professionali e i luoghi di pratica, futuri datori di lavoro, si generano le condizioni favorevoli per un'integrazione ideale e progressiva degli allievi. “Ed è questo il motivo che ha permesso ai nostri ragazzi di essere pronti a fornire un concreto contributo alle cure, anche in questa situazione di emergenza".
Non solo, aggiunge Barro: “In seguito alla sospensione temporanea dei curriculi specialistici, per permettere a una quarantina di nostri studenti di potersi dedicare integralmente al sostegno delle cure urgenti e intensive, siamo anche riusciti, coordinandoci con le risorse umane dell'Ente Ospedaliero, a permettere ad una dozzina di nostri docenti infermieri professionali di mettersi a disposizione dei Centri Covid della Carità e di Moncucco. Mi si permetta di esprimere a questi docenti la mia personale ammirazione e gratitudine”.
"Per la SSSCI – prosegue - coniugare il sostegno all’emergenza da parte dei nostri studenti e docenti con gli impegni formativi, anche nell’ambito delle procedure di qualificazione e di certificazione, è stato un esercizio tutt’altro che facile. È stato necessario modificare i programmi di formazione e ripianificare le attività dei docenti, con l’obiettivo di far ‘tornare i conti alla fine dell’anno’. Impegnativo è anche stato, sempre in coordinamento con l’EOC, modificare i dispositivi di accompagnamento degli studenti nella pratica, e non da ultimo organizzare e testare i mezzi didattici a distanza, sfruttando al meglio le piattaforme di cui già disponiamo".
Barro ‘stacca’ una nota di merito per i docenti: “Hanno dimostrato fin da subito versatilità, flessibilità e impegno. I circa 100 docenti interni e i 200 a mandato hanno accolto le modifiche introdotte con spirito di adattamento e senso di responsabilità. Come CPS Infermieristico abbiamo anche beneficiato di un’intuizione messa in atto l’anno scorso, quando abbiamo investito in hardware, software, connessioni di rete, sistemi operativi e soprattutto in competenze informatiche, istituendo un gruppo di docenti con il ruolo di formatori digitali, che hanno potuto accompagnare e istruire colleghi e studenti all’uso delle nuove modalità di teleinsegnamento e apprendimento".
Barro conclude indicando due valori aggiunti del centro professionale che dirige, valori che la situazione di emergenza ha messo in luce.
“Il primo – spiega – è la verifica e la conferma di quanto i nostri allievi siano capaci di affrontare situazioni particolari di stress, anche grazie alle competenze e alle attitudini coltivate nel loro percorso formativo. Hanno espresso una sensibilità e un senso di responsabilità encomiabili, mettendosi in gioco in situazioni di cura delicate e difficili. Cosa che non potrà che far di loro degli ottimi professionisti delle cure a cui affidare domani la salute della collettività”.
Il secondo valore aggiunto, conclude, è “il rafforzamento della consapevolezza dell’ottima sinergia e collaborazione che esiste tra i diversi ordini di Scuola interni, la Sezione della Formazione sanitari e sociale della Divisione della formazione professonale, e tra quest’ultima e i colleghi della SUPSI con i quali stiamo lavorando sempre più fianco a fianco. Fondamentale è stata infine l'intesa con i diversi attori sanitari, dal pubblico al privato, dall'acuto alle cure di lunga durata: in particolare, nell’ambito dell’emergenza COVID-19, l'EOC e la clinica Luganese Moncucco, che ringrazio a nome del CPS Infermieristico e di tutta la Divisione per il gran lavoro svolto a beneficio dei ticinesi".