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Fra poco a processo i tifosi per i fatti di Ambrì-Losanna. E la Gioventù Biancoblù ce l'ha con tutti, da Canevascini a Gobbi
Il legale dell'Ambrì ha intimato che non tutte le persone accusate siano difese dallo stesso legale. "Ci aspettavamo di doverci difendere dalle accuse del procuratore pubblico e non dal rappresentante legale della nostra squadra"

AMBRÌ – Sono passati ormai tre anni da quel famoso Ambrì-Losanna ed ora sono state decise le date dei processo a carico dei tifosi biancoblu. I procedimenti saranno due, prima contro 5 persone, poi ve ne sarà un altro che coinvolgerà altri 12 tifosi. Un modus operandi che decisamente non piace alla Gioventù Biancoblù, che comunque quest’anno non è presente sugli spalti: sotto accusa vanno anche la società dell’Ambrì e, pur senza fare nomi, Norman Gobbi.  

Ritengono che il primo processo sarà “la farsa mediatica e la messa in vetrina della caccia alle streghe”. Sono arrabbiati perché l’avvocato Brenno Canevascini, legale dell’Ambrì, ha  “intimato l’illegalità della difesa collettiva per un supposto conflitto d’interessi dovuto alla rappresentanza multipla degli imputati. Al contempo propone la difesa da parte di un singolo avvocato, d’ufficio o meno, per ogni singolo imputato”.

“Un atto di cattiveria gratuita, una pugnalata alle spalle della Curva Sud”, scrive la GBB. “Il perché di tale gesto inaspettato non è, a prima vista, evidente. Forse un rancore personale, forse un gesto di servilismo politico (il presidente Lombardi, interrogato sul tema, dice di non saperne niente), forse delle pressioni dai vertici delle magistratura o del noto Consigliere di Stato o forse una semplice incapacità di leggere la situazione. Fatto sta che il maldestro attacco del rappresentante della Valascia SA e dell’HCAP SA Brenno Canevascini, diventa esclusivamente un attacco all’Ambrì-Piotta e al cuore della Curva Sud. Un attacco senza nessuna logica e nessun vantaggio o ritorno per gli interessi della società”, proseguono.

“Se da parte nostra, forse ingenuamente pensavamo che la società per il “bene collettivo” ritirasse la denuncia, non ci sembra ora il caso di entrare nel merito di quello che da sempre facciamo e abbiamo fatto per l’HCAP. Ma in un momento come questo, e con la dura decisione di non frequentare le gradinate della SUD in quest’ultimo anno di Valascia, l’agire del Canevascini, oltre che autolesionista e stupido, è anche per lo meno sospetto. I fatti accaduti quella domenica di gennaio alla Valascia sono noti a tutti e tutte. Ci aspettavamo di doverci difendere dalle accuse del procuratore pubblico (con la regia del noto consigliere di stato) e non dal rappresentante legale della nostra squadra, che non dovrebbe avere interessi a far peggiorare la situazione dei propri tifosi (a volte amati a volte odiati a dipendenza delle opportunità). Ma evidentemente la posta in gioco è ben altra”.

Dunque, ecco il primo riferimento a Gobbi. Che ritengono c’entri con la scelta di svolgere proprio ora i processi. “Una prima risposta plausibile (al tempismo, ndr) è che dietro a tutto questo ci sia chi ha il potere di farlo, chi di un processo sulle violenze - che siano per difendersi o meno - trarrebbe vantaggio per le proprie ambizioni politiche, chi da tempo vorrebbe tutti i tifosi imbavagliati e schedati, chi ambisce a ruoli e posizioni di interesse, non solo cantonali. Lo stesso che, nell’anno in cui non ci saranno le trasferte dei tifosi ospiti, nell’anno delle schedature giustificate dai tracciamenti e nell’anno del tutti seduti senza permesso di alzarsi neanche per andare a prendere da bere, fumare o fare tifo, potrà facilmente dire: avete visto con questi metodi non c’è stato neanche un atto di violenza!”, motivano infatti i tifosi.

Oppure? “La seconda risposta, conseguenza diretta della prima, è che l’attacco di chi non sa più che pesci pigliare è proprio causato dalla paura di quello che da un tale processo potrà emergere. Paura che il fragile castello di menzogne verrà smontato, che l’accusa e il dispositivo messo in atto per arrivarci si tramuti in un’ennesima farsa e che verranno finalmente chiarite le mancanze – volute o meno – da parte di polizia e sicurezza privata in una giornata che anche i sassi sapevano intensa e difficile”.

Ribadiscono l’amore incondizionato per l’Ambrì e concludono: “Non ci avrete mai come volete voi”.

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