CRONACA
Più spazio al Sole in Ticino, lo studio: "Il Cantone è pronto, ma serve agire"
Il Consigliere nazionale Rocco Cattaneo ha promosso uno studio volto a identificare il potenziale del fotovoltaico non convenzionale in Ticino

TICINO – La Svizzera e il nostro Cantone si trovano a una svolta epocale in ambito energetico. Un cambio di rotta dettato da due decisioni federali: abbandonare gradualmente il nucleare e raggiungere la totale decarbonizzazione del nostro Paese entro il 2050. Una duplice sfida che creerà nuove opportunità per tutto il Ticino. E quindi è lecito chiedersi “a che punto siamo nel nostro Cantone?”. Attorno a questa domanda ruota uno studio promosso dal Consigliere nazionale Rocco Cattaneo e realizzato dalla SUPSI assieme a Swisssolar e IngEne, volto a identificare il potenziale del fotovoltaico non convenzionale in Ticino e, più precisamente, aumentare la produzione di energia fotovoltaica in condizioni diverse non ancora o poco sfruttate in Ticino (muri, ripari fonici, …).

Dallo studio emerge che “lo spazio c’è e che il fotovoltaico non convenzionale è un’interessante opportunità che richiederà ulteriori studi, alcuni correttivi normativi e nuovi sistemi di finanziamento”.

“Per poter raggiungere gli obiettivi energetici e climatici federali si assisterà nel nostro Paese alla sostituzione del nucleare con fonti rinnovabili e a una progressiva elettrificazione di determinati settori oggi ancora in gran parte dipendenti da energie fossili. Per permettere questa transizione, tutte le fonti energetiche rinnovabili saranno utili. Tuttavia, solo il solare può assicurare quella rapida crescita che permetterebbe di raggiungere in tempi rapidi la produzione di energia elettrica necessaria alla Svizzera. L’attuale crescita nazionale annua della produzione di energia elettrica con il fotovoltaico è dello 0,5%. Considerando che, attualmente, il fotovoltaico assicura poco più del 4% della produzione svizzera di energia elettrica, nel 2050 il fotovoltaico potrà assicurare un 15% aggiuntivo”.

Per i ricercatori si tratta di “un ottimo risultato, ma insufficiente e ben lontano dal fabbisogno necessario per rimpiazzare l’attuale produzione dell’atomo (35%) e per elettrificare gli altri bisogni della società (mobilità, edifici,…). Il potenziale di fotovoltaico sui tetti e le facciate degli edifici è molto elevato ed è senz’altro il primo che merita di essere valorizzato. Tuttavia, il raggiungimento degli obiettivi della strategia energetica 2050 della Confederazione richiede di osare di più e quindi di iniziare a considerare tutte le superfici che potrebbero offrire un potenziale supplementare per la produzione di elettricità fotovoltaica (strade, posteggi, ripari fonici, zone agricole, laghetti alpini artificiali, dighe,…)”.

Quelle appena citate sono “soluzioni pressoché assenti in Ticino, sia perché si tratta di un settore nelle prime fasi di sviluppo, ma anche causa di restrizioni a livello normativo”, secondo gli autori dello studio.

I presupposti ideali

“Le situazioni – si legge nel rapporto – che presentano i presupposti ideali sono le superfici lacustri, le strutture del traffico e il settore agricolo. Queste tre soluzioni, da sole, potrebbero raggiungere quasi 1 GW di potenza, in sintesi l’obiettivo perseguito dalla Confederazione in Ticino. La svolta nel fotovoltaico non significa solo affrontare le grandi sfide sullo sviluppo sostenibile e la lotta contro i cambiamenti climatici, ma significa anche incentivare investimenti locali intelligenti, posti di lavoro”.

“La tecnologia – concludono gli esperti – è pronta, gli spazi ci sono, il sole c’è. Ora però bisogna prendere delle decisioni. Bisogna abbattere diverse barriere e ciò necessita di un sostegno politico”.

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