Questa sera a Matrioska dibattito tra i partiti sugli sviluppi dell'autogestione a Lugano, dopo la demolizione dell'ex Macello e la manifestazione di sabato scorso. Ecco gli ospiti
MELIDE - Lo scorso mese di marzo Giorgio Giudici, commentando la possibilità che il Municipio di Lugano procedesse a uno sgombero forzato dell’ex Macello, consegnò alle autorità comunali e all’opinione pubblica un monito: “A chi cammina nei boschi sarà successo di sfiorare inavvertitamente un formicaio e di colpo vederne migliaia dove prima non c’era anima viva. La stessa cosa sono i molinari con la loro capacità di mobilitazione. Non stuzzicateli. Altrimenti dopo vi accorgerete di quanti sono veramente”.
L’avvertimento dell’ex sindaco di Lugano - colui che nel 2002 insieme a Giuliano Bignasca e a Giovanni Cansani architettò la convenzione con gli autogestiti, accasandoli all’ex Macello - pare essersi realizzato con la manifestazione di sabato scorso. Migliaia di persone hanno sfilato per le vie di Lugano per protestare contro lo sgombero e la demolizione della sede del centro sociale. Una manifestazione che ha indubbiamente segnato un punto a favore dell’autogestione, pur al netto di una cinquantina di danneggiamenti (tra graffiti su muri e vetrine e la spaccata alla sede di una banca).
E ora? La vicenda è intricata e si snoda su diversi piani. Su quello politico si sprecano ormai gli appelli al dialogo, in attesa che una delle due parti faccia la prima mossa per sbloccare il muro contro muro degli ultimi giorni. Ma se sono chiare le rivendicazioni di chi ha sfilato a favore dell’autogestione, cosa pensano coloro che sono rimasti a casa e che sostengono l’agire del Municipio? Esiste ancora una maggioranza silenziosa pro autorità oppure i rapporti di forza sono cambiati?
L’UDC luganese intanto raccoglie le firme per bandire l’esperienza dello CSOA dalla Città attraverso un’iniziativa popolare , mentre sul piano cantonale ha proposto la creazione di una task force “in tempi strettissimi”, da approvare in Gran Consiglio già nel mese di giugno, per avviare un negoziato tra le parti. Una contraddizione?
Sul piano operativo restano molti gli aspetti da chiarire sull’intervento di polizia che ha portato allo sgombero e alla demolizione. Dopo le rivelazioni del sindacato UNIA, sono emerse molte domande ancora senza risposta: la macchina della demolizione è stata avviata prima o dopo l’occupazione dell’ex Vanoni? Perché il Municipio è stato avvisato solo nella tarda serata di sabato sullo scenario che prevedeva l’abbattimento dell’ex Macello? Qual è stato il ruolo della polizia cantonale e comunale? E fino a che punto il Governo è stato informato dei piani? In poche parole: come ha funzionato la catena di comando?
Infine, c’è il piano penale. Come è noto il procuratore generale Andrea Pagani ha avviato un’inchiesta contro ignoti per violazione intenzionale, subordinatamente colposa, delle regole dell'arte edilizia e infrazione alla Legge federale sulla protezione dell’ambiente. E non si esclude la possibilità di approfondire eventuali abusi di potere da parte delle autorità.
La vicenda del Molino, oltre a dividere l’opinione pubblica luganese e cantonale, ha creato una forte spaccatura tra i partiti e all’interno del PLR di Lugano. La divisione si è fatta plastica con le posizioni diametralmente opposte sui fatti espresse dai due municipali Karin Valenzano Rossi, titolare del dicastero sicurezza, e Roberto Badaracco. Come questi litigi condizioneranno la legislatura breve appena cominciata? Il primo scoglio è già all’orizzonte con il referendum sul PSE….
“Il formicaio” è il titolo della puntata di Matrioska in onda questa sera su TeleTicino a partire dalle 19.30. Ospiti di Marco Bazzi saranno il presidente dell’UDC Piero Marchesi, la vice capogruppo in Gran Consiglio della Lega Sabrina Aldi, i deputati Fabio Schnellmann (PLR), Nicola Corti (PS), Sabrina Gendotti (PPD) e Matteo Pronzini (MPS).
Appuntamento per questa sera alle 19.30.