Lo sgombero e la demolizione dell'ex Macello hanno alzato il livello del confronto politico a Lugano. Ecco gli ospiti
LUGANO - Continua a salire il livello di tensione e di scontro a Lugano, dopo lo sgombero e la demolizione dell’ex Macello, ordinata dalle autorità cantonali sabato notte. Nella tarda serata di ieri, lunedì, gli autogestiti hanno nuovamente marciato per le vie del centro, recandosi sotto l’abitazione privata Marco Borradori, presidiata dalla polizia in tenuta anti sommossa. I circa 200 manifestanti hanno scandito insulti contro il sindaco e cantato cori da Piazzale Loreto, tra i quali: “Borradori a testa giù” e “Gobbi fascista, sei il primo della lista”. Un atto del tutto inusuale alle nostre latitudini, dove la protesta, anche dura, si è sempre mantenuta all’interno dei confini e dei luoghi della politica. Dopo aver abbandonato la via dove abita il sindaco, i molinari si sono diretti sul lungolago per poi marciare fino alle macerie dell’ex Macello. Lì sono stati recuperati alcuni effetti personali e del materiale culturale. La manifestazione si è sciolta intorno alla mezzanotte.
Quest’ultimo episodio ha rilanciato l’indignazione di una parte della cittadinanza di Lugano, oltre che di Lega e UDC che hanno espresso la propria solidarietà al sindaco parlando di atto intimidatorio e accusando la sinistra, i Verdi e l’MPS di fomentare questo clima di odio e di violenza, per via del loro supporto all’autogestione.
Intanto, sempre lunedì, lo scontro post sgombero ha infiammato l’arena politica istituzionale. Al centro del dibattito vi è soprattutto la decisione del Municipio di demolire l’ex Macello, nella notte di sabato. I Verdi di Lugano hanno presentato una denuncia penale contro l’Esecutivo luganese, e oggi il Ministero pubblico ha comunicato la decisione di aprire un procedimento penale contro ignoti.
Forti condanne anche da sinistra e dal Gruppo PLR in Consiglio Comunale che, pur approvando lo sgombero, si è schierato con fermezza contro la demolizione. Chiare prese di distanza rispetto alla maggioranza municipale, sono state espresse anche dai due municipali contrari all’azione, Roberto Badaracco e Cristina Zanini Barzaghi, coinvolti nella decisione di sgomberare ma non in quella di demolire.
E sull’intervento di polizia, deciso dopo l’occupazione dello stabile Vanoni da parte dei molinari al termine della manifestazione di sabato pomeriggio, fioccano le domande a livello comunale e cantonale. I partiti di sinistra chiedono chiarezza al Municipio e al Consiglio di Stato, in merito alla strategia e alle responsabilità che hanno portato allo sgombero.
Ma se il filo del dialogo appare oggi del tutto reciso, proprio stamattina i quotidiani rilanciano la notizia di uno spazio alternativo per accogliere gli autogestiti che sarebbe stato individuato dal Municipio sul Piano della Stampa: si tratta dell’ex depuratore di Cadro. Dopo gli ultimi avvenimenti, e la promessa di nuove manifestazioni questa settimana, c’è ancora spazio per una trattativa oppure il banco è definitivamente saltato?
“Alta tensione” è il titolo della puntata speciale di Matrioska, occasionalmente di 90 minuti, in onda questa sera su TeleTicino. Ospiti di Marco Bazzi saranno la capo dicastero sicurezza della Città Karin Valenzano Rossi, il capogruppo della Lega in Gran Consiglio Boris Bignasca, il coordinatore dell’MPS Giuseppe Sergi, il co-presidnete del PS Fabrizio Sirica, il presidente dell’UDC di Lugano Alain Bühler e il capogruppo dei Verdi in Parlamento, Nicola Schoenenberger.
Appuntamento dunque per questa sera alle 19.30 su TeleTicino