CRONACA
Pandemia e scuola, "chiediamo test di massa e obbligo di mascherina"
Il Movimento della Scuola: "Auspici caduti nel vuoto. Chiediamo apertura a un confronto regolare"
TIPRESS

BELLINZONA – "Lo scorso giugno le associazioni della scuola hanno reso pubblico un documento intitolato Due minuti per la scuola. Esso indicava come la crisi pandemica avesse evidenziato la necessità sia di valutare con attenzione “le condizioni quadro di lavoro degli insegnanti”, sia di coinvolgere il corpo docente nella discussione sulle modalità e le tempistiche con cui affrontare la crisi sanitaria. Purtroppo, questi auspici sono caduti nel vuoto". Inizia così la nuova presa di posizione del Movimento della Scuola.

"Le misure per contenere la diffusione del Covid negli istituti sono state presentate a tre giorni dall’inizio dell’anno scolastico, senza che direzioni e insegnanti abbiano avuto la possibilità di un vero confronto: il non coinvolgimento dei quadri scolastici nell’ideazione dei provvedimenti proposti, la convocazione all’ultimo momento delle associazioni magistrali e sindacali, infine la diffusione alla stampa della documentazione predisposta dal DECS prima del confronto con chi nella scuola opera, sono tutte scelte che confermano una scarsa sensibilità all’esigenza di un’ampia opera di coinvolgimento del corpo insegnante. Oltre ai modi, suscitano forti perplessità i contenuti stessi delle misure".

E ancora: "Un discorso a parte meriterebbe la scelta di riproporre un protocollo per le quarantene particolarmente rigido nell’imposizione degli strumenti da adottare per mantenere i contatti con gli allievi a casa. In particolare, non pare giustificata la testardaggine con cui si è deciso di mantenere l’obbligo dell’uso della piattaforma Moodle in tutti gli ordini di scuola, con l’eccezione delle scuole comunali: pare non ci sia modo di far capire alle autorità scolastiche che in svariate circostanze risultano più utili (a volte meno onerose e nel contempo più efficaci) altre modalità di lavoro. A dover essere garantito è il diritto dello studente in quarantena all’attività scolastica: che si lasci alla libertà didattica del docente la scelta dei canali attraverso cui ciò debba avvenire! Rispetto invece alle altre misure adottate, mal si comprende la decisione di rendere facoltativa la mascherina per gli allievi delle medie dopo due settimane di scuola in assenza di una politica sistematica di test salivari".

"Uno strumento, quest’ultimo, coperto finanziariamente dalla Confederazione, che permetterebbe di depistare con facilità i casi positivi. Il timore è che una situazione del genere presenti un elevato rischio di contagio; a dimostrare la fondatezza delle nostre preoccupazioni è quanto sta accadendo in altri Cantoni: alcuni di essi hanno reintrodotto, o stanno valutando di reintrodurre, l’obbligo della mascherina. Tale misura rischia inoltre di moltiplicare le quarantene di classe: nel caso di un solo allievo positivo, infatti, l’intera classe (ad eccezione degli allievi vaccinati) verrebbe posta in quarantena. La distinzione tra allievi vaccinati e non vaccinati genererebbe inevitabilmente ulteriori difficoltà per i docenti, che si troverebbero nella situazione di dover gestire classi in cui una parte degli allievi lavora a distanza, mentre un’altra è presente in aula.
Anche la proposta di permettere ai docenti vaccinati o guariti di non portare la mascherina desta perplessità, perché rischia sia di creare divisioni nel corpo insegnante sia di risultare impraticabile, dato che nelle sedi la distanza di un metro e mezzo tra il docente e gli allievi è di rado garantita", continua la nota.

"Poco convincente e di non facile attuazione appare pure l’idea di introdurre l’autocertificazione tra gli studenti delle scuole post-obbligatorie quale via attraverso cui permettere loro di seguire le lezioni senza la mascherina. I docenti, infatti, non avrebbero alcuna possibilità di verificare se l’allievo sia effettivamente vaccinato e, quindi, autorizzato a non portare la mascherina. Non è inoltre escluso che questa misura generi tra gli allievi stessi situazioni di disagio. Non da ultimo, se appare chiaro che la vaccinazione protegge dalla malattia e dalle sue forme gravi, ancora non esistono evidenze scientifiche che i vaccinati non possano contagiare. Una misura simile, in definitiva, pone gli studenti e i docenti non vaccinati in una
situazione di rischio accresciuto. Riteniamo che gli insegnanti, il personale amministrativo e gli studenti (vaccinati o meno) abbiano il diritto di lavorare e studiare in un luogo che garantisca loro la massima sicurezza e serenità possibile. Sappiamo che la nuova variante del Covid è particolarmente contagiosa e che, come dimostra l’aumento delle ospedalizzazioni nei reparti di pediatria degli Stati Uniti, si sta diffondendo con esiti anche gravi tra i giovani".

Alla luce di quanto esposto, ecco le richieste del Movimento della Scuola:

- l’apertura di un confronto regolare con i docenti e le diverse componenti della scuola sulle modalità e la tempistica delle misure da adottare;

- una discussione che permetta di adattare i protocolli delle quarantene in funzione delle reali esigenze di allievi e docenti, garantendo ai primi il diritto all’istruzione e ai secondi l’indispensabile flessibilità dettata dal principio dell’autonomia didattica;

- l’introduzione di test regolari e di massa in tutti gli ordini di scuola, unita al mantenimento dell’obbligo della mascherina, almeno fino al momento in cui i test non forniscano un quadro chiaro della situazione nelle scuole.

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