Un volo di ricognizione ha permesso di scongiurare ulteriori pericoli. Grazie a un forte spirito di solidarietà e collaborazione, con l’aiuto della tecnologia, la comunità sta lentamente tornando a vivere
VAL CALANCA - Partono oggi pomeriggio i lavori di sgombero della frana che domenica scorsa ha distrutto la strada cantonale tra Castaneda e Buseno. Lo ha comunicato alla RSI l’Ufficio tecnico cantonale. Esclusi imminenti pericoli geologici grazie a un volo di ricognizione e passato il maltempo degli ultimi giorni, le condizioni permettono ora un lento ritorno alla normalità.
Malgrado circa 400 persone vivano ancora isolate, la valle non è abbandonata. Con la tecnologia e un forte spirito di solidarietà da parte della comunità, gli abitanti riescono a condurre una vita quasi normale, facendo fronte ai disagi che pure permangono.
“Per gli anziani e le persone bisognose di cure il momento di crisi è stato domenica, perché tutti aspettavano le nostre infermiere - ha spiegato alla RSI Daria Berri, direttrice del servizio Spitex Moesa dell'Associazione per la cura e l'assistenza a domicilio - La frana ha bloccato tutti, ma la nostra responsabile delle cure ha reagito molto velocemente”. E prosegue: “Abbiamo avuto fortuna perché, tra chi è rimasto isolato, c’è anche una nostra ex collaboratrice, un'infermiera diplomata, che abita in Calanca. Conosce tutti, conosce il nostro sistema e già domenica siamo riusciti a organizzare le cure più urgenti. Ha funzionato subito. E l'infermiera ci aiuterà fino all'apertura della strada. Ha salvato la situazione”.
“In soccorso è arrivato anche un forestale - spiega ancora Berri - che inerpicandosi per un sentiero è riuscito far avere all'infermiera medicinali e un tablet collegato ai sistemi informatici dell’Associazione di cura, così che ora può accedere alle cartelle cliniche dei pazienti e interagire con il medico. Anche per i pasti si è trovata una soluzione; già da domenica il ristorante di Arvigo si è occupato di cucinare e recapitare i pasti, grazie al contributo di un municipale del Comune di Calanca, che ha organizzato un servizio di volontari”.
La tecnologia e l’esperienza vissuta durante la pandemia sono state utili anche per gli alunni. “I bambini più piccoli ricevono dalle maestre schede e video sulle mail dei genitori, mentre quelli più grandi seguono le videolezioni direttamente sulla piattaforma Teams. “Il fatto di essere stati chiusi con la pandemia ha permesso ai docenti di fare anche un lavoro di retrospettiva e di capire cosa migliorare”, spiega Franco Marzoli, presidente dei consigli scolastici sia delle scuole elementari della Val Calanca che delle scuole secondarie di Roveredo”.