CRONACA
Come stanno le uve ticinesi? Federviti fa il punto della situazione
L'estate 2023 è stata caratterizzata da giorni di canicola intensa seguiti da grandinate importanti che hanno avuto una influenza sull'apparato fogliare e sui grappoli, con differenze zona per zona

BELLINZONA - Gli eventi atmosferici, con le grandinate dei giorni scorsi che sono seguite a giornate di canicola estrema hanno influito sulla vendemmia 2023 nella Svizzera Italiana, unitamente alla pressione delle malattie funginee, presenti in particolare da maggio. Lo comunica in una dettagliata nota la Federazione dei viticoltori della Svizzera Italiana, che fa il punto su che cosa è accaduto nei mesi scorsi e prevede che "nelle zone precoci, la vendemmia delle uve rosse destinate alla vinificazione in rosso non dovrebbe avvenire prima del 15 settembre", augurandosi di "potere concludere positivamente questa calda stagione viticola".

"Il 2022 si era contraddistinto per una pressione delle malattie fungine relativamente ridotta a seguito della stagione siccitosa ma dall’espandersi della presenza di insetti nocivi (p.es. popilia japonica, minatrice della vite)", viene spiegato. "Il 2023 ha registrato precipitazioni maggiori, soprattutto per il Mendrisiotto, con piogge più frequenti (e forte umidità), e quindi un ritorno alla ribalta della protezione fitosanitaria classica contro le malattie fungine, le quali hanno richiesto competenza e prontezza negli interventi fitosanitari. La presenza di insetti nocivi è stata monitorata, combattuta rispetto ai possibili focolai e, in questo ambito, non si registrano danni tali da compromettere la stagione. Il germogliamento delle viti è avvenuto secondo nella media degli altri anni. Da maggio, la stagione si è però contraddistinta da una pressione precoce delle malattie fungine (soprattutto peronospora). La pressione che si è protratta lungo i periodi di fioritura e allegagione, il cui andamento è da considerarsi nella media disturbato solo in parte eccessivamente dalle frequenti piogge seppure non troppo intense in quel periodo. I grappoli risultano quindi visivamente di buone dimensioni salvo casi di colatura".

Non solo: "La protezione fitosanitaria è stata messa alla prova anche dalla crescita veloce della vegetazione che richiedeva di accorciare gli intervalli tra un trattamento e l’altro. I viticoltori sono quindi stati assai impegnati da questo punto di vista almeno fino almeno metà luglio. Molto lavoro è anche stato richiesto per la gestione della chioma (cimature) e dei polloni; la gestione dell’erba nel vigneto richiesto un maggiore onere in termini di tempo. Una potatura verde in linea con i trattamenti fitosanitari ha senz’altro favorito la cura della zona grappoli (scacchiatura, spollonatura, sfogliatura)".

Per quanto concerne il meteo, "le grandinate particolarmente violente hanno colpito nel corso della stagione basso Luganese, Malcantone, Leventina (Giornico), Valle di Blenio e il Locarnese, quest’ultimo solo pochi giorni fa. Le ultime settimane sono state caratterizzate da un’ondata di calore con temperature diurne e notturne molto elevate che, a seconda del suolo, dell’esposizione delle parcelle e dal grado di sfogliatura, hanno messo sotto pressione l’apparato fogliare delle piante e i grappoli d’uva. Da inizio agosto le zone precoci e le principali zone viticole del Mendrisiotto e del Luganese registravano un andamento dell’invaiatura abbastanza veloce e molte particelle risultavano completamente invaiate già a metà agosto. L’invaiatura in Leventina e Valle di Blenio risultava invece in ritardo con tanti grappoli ancora verdi, così come le zone sui 400-500 m.s.l.m. nel Mendrisiotto e Luganese".

"Iniziati lunedì 21 agosto, i primi controlli di maturazione indicano una prossimità alla situazione del 2021 dopo l’annata eccezionalmente precoce del 2022. I risultati del secondo controllo confermano un aumento dei gradi e del peso in linea con il 2021; diversamente per l’acidità, più bassa quest’anno. Nelle zone precoci, la vendemmia delle uve rosse destinate alla vinificazione in rosso non dovrebbe avvenire prima del 15 settembre. Il livello di produzione cantonale era destinato a situarsi nella media grazie al livello di produttività segnato dall’annata (media produzione decennale: 55'000 q. d’uva) con variazioni regionali. Tuttavia, bisognerà fare i conti con le perdite causate dalla peronospora (secondariamente oidio) p.es. nel Mendrisiotto, dalla grandine di inizio e metà stagione e dai danni innescati dall’ondata di calore (appassimento dei grappoli) e dalle recenti precipitazioni (anche grandine) sulle uve ormai ricche in zuccheri con il rischio portato da drosofile e marciume sui grappoli. Queste variazioni estreme rendono difficile l’impostazione e la gestione dell’apparato fogliare in vista del fine stagione"

Un altro punto da verificare è "se la caccia estiva al cinghiale porterà a un calo dei danni alla raccolta e ai vigneti portati da questo ungulato".

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