La Federazione dei viticoltori della Svizzera italiana ha illustrato l'evoluzione del 2024. La situazione meteorologica, definita come ibrida, non ha creato particolari problemi quest'anno ma potrebbe avere ripcercussioni nei prossimi
BELLINZONA - La Federazione dei viticoltori della Svizzera italiana ha presentato l’evoluzione dell’annata viticola 2024. Le condizioni meteorologiche particolari hanno richiesto maggiori interventi nei vigneti, mentre la pressione di funghi, parassiti e selvatici è rimasta costante. L’impegno dei viticoltori ha permesso di superare queste difficoltà e la vendemmia si prospetta in linea con gli scorsi anni se non leggermente migliore.
Le ultime due annate si sono caratterizzate per il loro contrasto, passando dalla siccità del 2022 alle piogge del 2023. L’annata 2024 si è invece svolta in una situazione ibrida: forti piogge nel periodo primaverile e precipitazioni quasi assenti in quello estivo. Ciò ha comportato la necessità di maggiori interventi nei vigneti e sulle piante per prevenire, o perlomeno contenere, i focolai di malattie fungine quali peronospora e oidio. Nella maggior parte dei casi, i piani di trattamento hanno avuto risultati positivi. Le riserve idriche formatesi durante il periodo primaverile hanno compensato l’assenza di precipitazioni successiva e i danni di grandinate e gelate sono stati molto localizzati e diseguali all’interno delle zone colpite, alcuni “avranno però ripercussioni anche negli anni a venire” ha chiosato il Presidente Davide Cadenazzi.
La diffusione del coleottero giapponese Popilia Japonica è una minaccia che ben presto non sarà più limitata al solo Ticino ma riguarderà l’intero settore agricolo svizzero e quello viticolo in particolare. I danni da selvatici, ungulati e volatili, restano consistenti. Federviti è però ottimista sugli effetti della caccia estiva al cinghiale e invita a proseguire con tale misura.
Per questi motivi Federviti stima un raccolto finale nella media cantonale di 55'000 quintali se non leggermente superiore. La vendemmia per i rossi inizierà probabilmente nelle ultime settimane di settembre e presenta delle opportunità, in quanto lo sbalzo termico tra giorno e notte favorirà un’ottima maturazione dei tannini e dei complessi aromatici.
In merito ai prezzi delle uve, le discussioni in seno all’Interprofessione della vite e del vino ticinesi hanno evidenziato il desiderio e l’intenzione di valorizzare maggiormente le uve di gradazione superiore. L’ottima collaborazione all’interno della filiera si riflette nella qualità in ogni singola fase, dalla vigna alla cantina. L’impegno condiviso nel continuo perfezionamento assicura a consumatrici e consumatori un prodotto finale che è l’espressione genuina del nostro territorio ed è riconosciuto e apprezzato come tale.
Dal 1° gennaio 2026 il Piano nazionale per la riduzione del rischio e l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari verrà completamente implementato e la fase transitoria attuale terminerà, Federviti sollecita i viticoltori ancora sprovvisti dell’autorizzazione speciale per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari ad iscriversi ai corsi organizzati dal Servizio Fitosanitario per non farsi trovare impreparati dai cambiamenti a livello nazionale.
“Stiamo lavorando molto sulla sostenibilità del settore” ha evidenziato Cadenazzi, ricordando il progetto ViSo (Viticoltura Sostenibile Ticino) appena avviato, le molteplici misure come lo sfalcio alternato, l’ impiego di prodotti fitosanitari neutri per gli insetti benefici, pratiche quali il passaggio a trattamenti biologici dopo la fioritura, le superfici per la promozione della biodiversità nei vigneti e i progetti di interconnessione sulle stesse. “L’impiego di sostanze e concimi è strettamente monitorato” ha concluso Cadenazzi.
Federviti informa inoltre che l’annuale Giornata del Viticoltore 2024 si terrà il prossimo 22 novembre presso il Centro della Protezione civile di Rivera. Gli interventi dei relatori riguarderanno proprio la copertura assicurativa, i metodi di rilevamento preventivi e le varietà interspecifiche.