Ecco le soluzioni studiate dopo tre giorni di assemblea plenaria a San Gallo tra maggiore trasparenza e accesso agli archivi
ZURIGO – La Chiesa cattolica svizzera prova a reagire dopo il caos. Lo studio dell'Università di Zurigo sugli abusi sessuali commessi in Svizzera ha scoperchiato un vaso di pandora. E allora ecco le prime misure dei vescovi svizzeri, arrivate al termine di una tre giorni di assemblea plenaria a San Gallo. "I vescovi svizzeri - si legge - sono sconvolti da questi risultati e hanno istituito misure concrete per rafforzare le modalità di ascolto delle vittime e per fornire sostegno e giustizia alle famiglie coinvolte".
La prima misura riguarda la trasparenza e la raccolta di ulteriori informazioni. Nello specifico, i ricercatori che si sono occupati dello studio pilota sono incaricati di proseguire nell'indagine. I vescovi svizzeri hanno inoltre deciso di istituire un centro nazionale per ricevere le denunce delle vittime. "Nella riunione del 18 settembre 2023, la Commissione di esperti della Cvs sugli abusi sessuali nella Chiesa ha istituito un gruppo di lavoro per definire la composizione, le competenze, gli obiettivi, le procedure, le modalità di funzionamento e la sede del centro nazionale. Il documento strategico sarà pronto nel novembre di quest'anno".
E ancora: "Per consentire ai ricercatori di continuare a studiare gli abusi nei prossimi anni, tutti i membri della Cvs hanno firmato un impegno personale (in contraddizione, tra l'altro, con il diritto canonico vigente) per garantire che tutti gli archivi di loro competenza riguardanti gli abusi continuino a essere disponibili e che nessun documento vada distrutto".
Chi vorrà entrare nei ranghi della Chiesa cattolica svizzera dovrà sottoporsi a una valutazione psicologica. "La Cvs ha deciso di estendere a tutta la Svizzera un discernimento psicologico approfondito per i candidati ai seminari, ai noviziati e alla formazione come operatori pastorali laici. Tale misura esiste già in molte regioni, ma ora questo discernimento sarà standardizzato, professionalizzato e reso obbligatorio in tutta la Svizzera. La Conferenza dei Superiori dei Seminari della Svizzera è stata incaricata di attuare questa decisione in collaborazione con specialisti del settore esterni alla Chiesa".
Ma i vescovi svizzeri vogliono andare oltre e "creare un tribunale ecclesiastico penale e disciplinare per la Chiesa in Svizzera".