Intervista al ministro della sanità: "La riforma è già in atto e non ho ricevuto nessun reclamo: la nostra proposta è così sostenibile che nessuno se ne è accorto che è entrata in vigore"
di Andrea Leoni
Paolo Beltraminelli, in un recente post su Facebook, ha scritto che le votazioni cantonali del 18 maggio saranno un banco di prova molto importante per il Consiglio di Stato. Perché, a suo avviso, questa consultazione ha un'importanza politica così rilevante e non si tratta, più semplicemente e come di solito avviene per questi passaggi elettorali, di una scelta tematica su vari oggetti?
"Dobbiamo parlarci chiaro, non possiamo vivere a lungo al di sopra delle nostre possibilità. Nel prossimo futuro, anche se non me lo auguro, potremo trovcarci davanti una crisi importante e perdurante . Il gettito delle banche non c'è più e almeno fino al 2017 parecchi istituti di credito importanti non pagheranno imposte sull’utile. Abbiamo appena appreso i risultati di una banca importante come la BSI che segna perdite per oltre 700 milioni. Siamo dunque in una situazione di oggettivo ridimensionamento delle entrate e con un futuro che, dal profilo dell'occupazione, dunque sociale, non si annuncia per niente roseo. In questo contesto è ovvio che dobbiamo erogare aiuti sociali mirati. Il Ticino e ne vado fiero è un Cantone che aiuta più di altri i cittadini in difficoltà. Oggi occorre compiere delle scelte che permettano di garantire le prestazioni in modo equo e duraturo. Nel caso specifico dei sussidi di cassa malati poi, da un profilo finanziario, dobbiamo prepararci a nuovi aumenti di premi, che saranno inevitabili. Aumenti che ci saranno perché il bisogno sanitario è in crescita anche perché il Ticino è il Cantone in Svizzera con il più alto numero di anziani. Il che significa, inevitabilmente, più medicina e dunque più spese. Noi proponiamo un cambiamento ragionevole che segue le mutate abitudini assicurative dei Ticinesi, chiedendo ai nostri cittadini che possono beneficiare di risparmi su modelli alternativi di cassa malati di dare una mano anche al loro Cantone, nell’interesse di tutti. Un Cantone con finanze sane è condizione necessaria per affrontare con ottimismo il futuro. Questo piccolo sforzo sostenibile che proponiamo con la riforma dei sussidi permette di guardare allo sviluppo dei bisogni con maggiore serenità. A parole tutti ci dicono che si deve risparmiare, ma alla prima prova dei fatti constato che si fa una gran fatica. Tornando alla domanda, i ticinesi dovranno esprimersi su tre oggetti legati fra di loro: la riforma dei sussidi, che interviene sulle uscite, l'amnistia, che si propone di aumentare le entrate, e il freno ai disavanzi, che fissa le regole per l’equilibrio di bilancio. Mi auguro, con grande rispetto, che gli elettori comprendano come sia importante e coerente appoggiare tutte e tre le proposte. Una mancata adesione farà forse contento qualcuno ma farà perdere tutto il Cantone".
A difendere le due riforme più controverse, quella sui sussidi e il freno ai disavanzi che prevede l'introduzione del moltiplicatore cantonale, sono rimasti però solo due partiti: PPD e PLR. È una vera e propria "mission impossible" pensare di convincere la maggioranza dei ticinesi.
"Indubbiamente è un compito arduo quello che ci attende e lo si sapeva fin dall'inizio. Sono stato confortato dall’approvazione massiccia del Gran Consiglio che ha dato prova di grande senso di responsabilità. Ammetto la mia delusione quando ho appreso dell’improvviso cambiamento di rotta della Lega, una scelta giustificata solo da tattiche politiche opportunistiche. Come nuovo partito di maggioranza relativa in Consiglio di Stato e in Municipio a Lugano, aveva infatti dato una grande prova di responsabilità. Non solo aveva accettato la nostra proposta ma un suo rappresentante era il relatore parlamentare. Fabio Badasci ha fatto un lavoro egregio e ha sostenuto la riforma con convinzione. Michele Guerra poi ha dichiarato in Gran Consiglio che la riforma dei sussidi è una grande vittoria, i segnali erano di una convinta approvazione! Poi lo sappiamo tutti che davanti al popolo difendere cambiamenti nel sociale è molto, molto difficile. Ed è chiaro che adesso, senza la Lega, che si è schierata apertamente per il no, lo è ancora di più. Ma al di là della misura specifica c'è un aspetto più generale che mi preoccupa : la difficoltà nel trovare delle convergenze anche minime in un momento complicato come quello che stiamo vivendo. Dovesse il popolo dire di "no", cosa che evidentemente non mi auguro, avrei due possibilità: dire "ci ho provato, lasciamo perdere", oppure tornare subito al tavolo cercando una nuova mediazione tra tutti gli attori coinvolti, atteggiamento che mi è più consono. Mi conforta constatare che prima nessuno parlava di toccare i sussidi, mentre il dibattito in corso ha prodotto un fatto molto positivo, ci sono 4 o 5 proposte, da destra a sinistra, che mirano ad un intervento sui sussidi, perciò faccio un appello ai cittadini, date fiducia al vostro Consiglio di Stato".
Questo è vero ma come lei sa il problema è sempre trovare delle convergenze sulla ricetta.
"Cominciamo dalla nostra proposta. Stiamo chiedendo uno sforzo di solidarietà ai cittadini per avere dei sussidi più mirati per chi ne ha veramente bisogno. Oggi la crisi non è ancora arrivata in tutta la sua gravità. Ma se dovesse arrivare, mi chiedo: se non passa questa misura come faremo? Noi stiamo proponendo una soluzione preventiva e lavorare in modo preventivo è molto più difficile. Le faccio una metafora: se bisogna costruire un argine prima che avvenga la piena è molto complicato trovare i soldi. Se invece lo costruiamo dopo l'esondazione trovare i fondi è facilissimo, ma oltre ai soldi dell'argine dovrò spenderne altri per riparare i danni. Fuor di metafora questa misura ci permette di imboccare la strada giusta che in futuro eviterà misure ben più dolorose. Le dirò di pIù: noi abbiamo già applicato la riforma e se dovesse passare il referendum ovviamente verseremo la differenza. Ebbene: finora io non ho ricevuto un solo reclamo. La nostra proposta è così sostenibile che nessuno se ne è accorto che è entrata in vigore".
Una delle principali critiche rivolte alla vostra proposta è quella di tagliare simultaneamente ai redditi alti e al ceto medio. Non sarebbe stato più saggio prima tagliare ai "ricchi" e poi toccare gli altri?
"In realtà, in parte, lo abbiamo già fatto. Vale la pena sottolineare che questa misura si inserisce in un quadro più ampio di interventi. In prima battuta abbiamo corretto l'attuale sistema raddoppiando il limite di reddito per ottenere il massimo dei sussidi, che favorisce i redditi bassi. Poi abbiamo eliminato i così detti sussidi bagatella che colpisce quelli alti togliendo il diritto al sussidio a migliaia di persone. Ora proponiamo questa riforma che elimina dal diritto altri redditi alti e chiede un piccolo sforzo, 8 franchi al mese, per gli altri. In futuro abbiamo già annunciato una nuova misura che interverrà proprio su chi guadagna di più. Non mi nascondo dietro un dito: è vero che chiediamo uno sforzo di solidarietà di meno di 100 franchi all'anno a diversi cittadini che ricevono aiuti, ma non vengono toccati i 35.000 cittadini più bisognosi, i beneficiari di PC potrebbero addirittura ricevere indietro dei soldi. Molti cittadini ai quali chiediamo uno sforzo hanno già beneficiato di un aumento di sussidi di oltre 1000 franchi l’anno scorso. Quindi per loro saldo è positivo".
Un'altra critica forte che arriva dal fronte dei contrari, in particolare dai leghisti, è quella che riguarda i sussidiati con il permesso B: circa 35'000 persone secondo i dati da loro forniti. Le dicono di intervenire prima sugli stranieri che beneficiano del sussidio (togliendoglielo) e poi, semmai, sui ticinesi. Una delle condizioni per l'ottenimento del permesso, viene sottolineato, è che i richiedenti devono mantenersi senza far capo agli aiuti statali Stato. È possibile intervenire in qualche modo su questi beneficiari? Intende farlo?
"Certo che se i leghisti parlano di 35000 persone con il permesso B che prendono i sussidi le sparano davvero grosse… ma la domanda è interessante per capire il meccanismo dei sussidi di Cassa malati che non sono prestazioni assistenziali vitali (oggetto della recente sentenza del TF che ha permesso l’allontanamento di una straniera con permesso B) ma appunto sussidi. Vengono versati solo a chi paga i premi di cassa malati ed i titolari di permesso B sono obbligati a farlo in quanto residenti in Svizzera contrariamente ai frontalieri che non lo sono ma non beneficiano neppure di prestazioni sanitarie e sussidi. Sono meno di 8'000 i permessi B che ricevono i sussidi di cassa malati, queste persone lavorano e pagano i premi per cui per parità di trattamento ricevono i sussidi. Rappresentano poco più del 7% dei sussidiati. Siamo per contro intervenuti sugli studenti stranieri residenti che ora si assicurano privatamente, abbiamo sfruttato il margine di manovra".
Come si spiega allora, a fronte delle ragioni che ha elencato, l'opposizione durissima che stanno facendo a questa riforma persone come Bruno Cereghetti o Franco Denti, non certo degli estremisti. Addirittura propongono una riforma ancora più incisiva che, secondo i loro dati, porterebbe il numero di beneficiari a 80'000 persone e nelle casse del Cantone 60 milioni di franchi. Però dicono: bocciate assolutamente questa riforma il 18 maggio perché è un pasticcio che per togliere 50 franchi ai ricchi bastona i poveri. Il famoso Robin Hood alla rovescia. Come se lo spiega?
"Francamente faccio davvero fatica a capire questa posizione, il beneficio di 60 milioni è tutto da dimostrare. La loro proposta che prevede il calcolo dei sussidi sull'imposta federale diretta ha il pregio di mirare verso l'alto, cosa che peraltro noi già facciamo, ma presenta un problema non da poco, usa criteri fiscali e non sociali proprio come il vecchio modello che abbiamo appena cambiato. Se ad esempio dovesse arrivare a livello federale uno sgravio sulle famiglie, queste pagherebbero meno imposte e potrebbero ricevere sussidi che ora non ricevono, beneficiando due volte: è quanto era successo a livello cantonale ed è stato uno dei motivi principali che ha spinto il cambiamento del sistema proposto, che io condivido, dal dipartimento dove Cereghetti era alto funzionario. Ricordo che è stato proprio lui a presentare con determinazione il nuovo sistema di sussidi al gruppo PPD quando io ero capogruppo, convincendoci. Il concetto fiscale per l'attribuzione dei sussidi è più iniquo di quello attuale, miglioriamo il sistema ma non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca! Detto questo constato che noi siamo usciti con la proposta quasi nove mesi fa, la stessa è stata due mesi e mezzo in Gran Consiglio ed è stata approvata così come presentata, senza nessuna modifica. Oggi invece fioccano le proposte… ".
In Ticino ci sono circa 130'000 sussidiati. Una buna parte di questi voterà il 18 maggio e, tendenzialmente, immaginiamo, non darà il suo assenso per farsi decurtare il sussidio. La preoccupa questa variabile?
"Solo circa 100'000 saranno toccati dalla proposta, che serve a preservare gli aiuti per gli altri 35.000 che fanno più fatica, una bella solidarietà come ho già detto prima! È chiaro che ci preoccupa, è chiaro che ogni franco che uno riesce a tenere in casa è un franco guadagnato. Ma io ho grande considerazione della saggezza del mio popolo ticinese e sono fiducioso che i miei concittadini che capiscono le difficoltà di altri cittadini e conoscono i problemi del Cantone faranno, anche se a fatica, questo sforzo di solidarietà, certo difficile, e daranno prova di grande responsabilità.
Ministro, onestamente, quante possibilità di vittoria crede di avere?
"Dico 50 e 50 e mi batterò fino all'ultimo per riuscire a convincere i ticinesi. Non mi sottraggo a questa sfida che, anche se so essere impopolare, è necessaria per il futuro del Cantone".
Non crede che anche il clima sia sfavorevole a questo tipo di soluzioni? Voglio dire: c'è stata tutta la polemica sul ristorno dei premi pagati in eccesso dai ticinesi, e poi la fiducia verso le casse malati è ai minimi storici. Magari se lei avesse tenuto un atteggiamento più duro su questi temi, cosa che le rimproverano alcuni suoi avversari, magari avrebbe un credito maggiore da spendere verso gli elettori. Non crede?
"Prima che arrivassi al DSS ci sono stati aumenti nei premi del 5-6% a due riprese, una gran botta. Si è continuato a dire vergogna senza che si ottenesse nulla. Oggi che ci si muove e si ottiene qualcosa, mi riferisco al rimborso parziale dei premi, si viene criticati perché non si ottiene abbastanza. Cosa le devo dire? C’era una canzone che diceva… qualunque cosa fai ti tireran le pietre… la politica è così. Sulle casse malati la questione è chiara. C'è una legge sulla vigilanza che deve essere approvata dal Parlamento e quindi noi diciamo: Parlamento approvala alla svelta!".
E poi ci sarà presto anche la votazione sulla cassa malati unica.
"Io sono contrario alla cassa malati unica perché non risolverebbe alcun problema, sarebbe anti federalista, produrrebbe solo un pasticcio burocratico, aumenterebbe i costi, diminuirebbe il controllo dei cantoni, diverso sarebbe stato se si fosse parlato di Cassa Cantonale ma così non è".
AELLE