Il presidente dell'Ordine dei medici ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a passare dal PPD al partito ecologista
LUGANO - Due notizie, per cominciare. La prima l'ha data Franco Denti: "A gennaio mi dimetterò dal Gran Consiglio per rispettare gli accordi presi a suo tempo con il PPD". La seconda Sergio Savoia: "L'arrivo di Franco Denti potrebbe non essere l'ultimo…".
Non ha tradito le attese la conferenza stampa convocata per questa mattina al Canvetto Luganese, dove il coordinatore dei Verdi e il presidente dell'Ordine dei medici hanno spiegato le ragioni diel passaggio di quest'ultimo nel partito ecologista, annunciato all'inizio della settimana.
Ad aprire l'incontro con i giornalisti è stato Savoia: "Non è stata un'operazione nata in cinque minuti e non nasce ieri e neppure l'altro ieri. Il feeling nasce molto tempo fa: precisamente quando il dottor Denti da presidente dell'Ordine dei medici aderì alla nostra manifestazione contro le casse malati. C'è poi stata una crescente convergenza su temi importanti. Solo negli ultimi mesi ricordo ad esempio la battaglia contro il taglio lineare dei sussidi di cassa malati. Noi siamo andati a cercare Franco Denti. E sottolineo, noi, perché io ho avuto la piena copertura politica del partito, sia del Comitato cantonale che della direzione, a portare avanti questa operazione. E con me altre personalità del partito hanno collaborato attivamente".
Il passaggio di Denti, ha sottolineato Savoia, non è un fatto elettorale ma politico: "Come sapete siamo da tempo impegnati a costruire un partito né di destra, né di sinistra, né di centro. Ma vogliamo creare un nuovo movimento fondato sull'apertura a persone che provengono da ogni esperienza politica o da nessuna. Non vi nascono che da quando Denti ha fatto il passaggio ho ricevuto moltissime e-mail e telefonate di persone che vogliono unirsi ai Verdi. Le nostre liste sia per il Gran Consiglio che per il Consiglio di Stato rifletteranno questa apertura".
Poi ancora più esplicitamente: "Probabilmente non è finita con Franco Denti. Ci stiamo lavorando con impegno. E ci sono molte persone che hanno mostrato disponibilità. Vedremo se queste discussioni avranno un fine immediato o se non ce l'avranno. Per noi è già un enorme motivo di soddisfazione l'arrivo di Denti. Ma per quanto ci riguarda non sarà l'ultimo…".
Quanto alle convergenze programmatiche tra Denti e i Verdi, Savoia ha tagliato corto: "I Verdi chiederanno a tutti i candidati di firmare un "patto con i ticinesi". Un impegno fatto di alcuni punti fondamentali che riguardano l'ecologia ma anche altri temi. Su questi temi ci siamo confrontati con il dottor Denti prima che avvenisse il passaggio. E ci siamo trovati pienamente d'accordo".
E veniamo al protagonista della conferenza: Franco Denti. Il presidente dell'Ordine dei medici ha svolto davanti ai giornalisti un lungo intervento che ha toccato vari punti: "Ho deciso di entrare in politica dopo i 50 anni. Ho avuto soddisfazione come professionista e sul piano famigliare, e a quel momento ho pensato di dover ridare qualcosa al mio Cantone".
"Ero consapevole – ha aggiunto Denti - che la mia scelta avrebbe suscitato clamore tra le fila del mio ex partito. Soprattutto da parte di alcuni ex compagni di partito che hanno voluto censurare, ma solo dopo, la mia attività parlamentare mentre prima non è stato fatto nulla per trovare una mediazione".
Con il PPD, ha argomentato Denti, "ci sono state divergenze di tipo politico. Il mio "no" al taglio lineare dei sussidi mi è costato qualcosa, le forti divesità di vedute sulla nuova pianificazione ospedaliera. E sulla questione dei contingenti la mia posizione è stata chiara allineandosi a quella dei Verdi….".
E poi la questione liste PPD di Lugano: con i nuovi circondari il partito avrà probabilmente soltanto un rappresentante della Città. "E l'Ordine dei medici – ha detto Denti - non poteva essere sacrificato in una battaglia dura, contro il fratello del presidente e sindacalista Lorenzo Jelmini, per un posto in Gran Consiglio. Franco Denti poteva accettare la sfida, l'Ordine no". Ordine, ha precisato Denti, che ha largamente condiviso la necessità sia che io continuassi a far politica sia il passaggio ai Verdi.
"I Verdi – ha detto ancora Denti - mi hanno offerto una possibilità interessante, lasciando spazio alle mie idee, e mi permetteranno di entrare in Gran Consiglio. Penso che il programma del mio nuovo partito si potrebbe riassumere in cinque punti: il Ticino, il lavoro, il territorio, la sanità e la socialità, il creato, che è da difendere per noi cattolici. I Verdi in questi quattro anni mi hanno conquistato per la capacità di agire e per la capacità di occuparsi di temi concreti, veri, che interessano al cittadino. Con Sergio Savoia non abbiamo parlato di liste. Spero che mi mettano in lista per il Gran Consiglio…".
Denti ha quindi chiarito che presto lascerà il Parlamento per rispettare un accordo firmato da tutti i deputati PPD ad inizio legislatura: "Premesso che sono stato eletto dai ticinesi e non dal partito, darò comunque le dimissioni dal primo gennaio e lascerò il Gran Consiglio nel rispetto degli accordi sottoscritti con il mio ex partito. Per me oggi è un nuovo inizio".
Infine Denti, ha chiarito la sua posizione sul raddoppio del Gottardo: "Sono sempre stato contrario al raddoppio del Gottardo. Avevo proposto a suo tempo, ancora prima del famoso dibattito che mi hanno tirato fuori in questi giorni, il doppio tunnel monodirezionale a patto che venissero tolti dalla strada tutti i camion grazie a una rete di trasporto combinato. Cosa che non è affatto successa. L'ultimo dibattito sul tema l'ho fatto l'anno scorso, nel frattempo la discussione è avanzata a livello nazionale e ho potuto prendere conoscenza di nuovi studi e nuovi dati. Vi è stata inoltre una lettera aperta dei medici ticinesi al Consiglio Federale contro il raddoppio, che non ho potuto sottoscrive perché il presidente deve essere super partes ma di cui certo ne devo tener conto. Quindi, per riassumere, così non ne parliamo più: sono contrario al raddoppio del Gottardo, punto esclamativo!".
AELLE