POLITICA E POTERE
Vittime di "schizofrenia politica": votiamo più a sinistra ma eleggiamo più a destra. Mentre il centro... Il caso particolare del Ticino, dove il voto è influenzato dal mercato del lavoro
Angelo Geninazzi e Marco Portmann hanno confrontato i risultati delle Federali con il voto popolare su una trentina di temi durante lo scorso quadriennio

BELLINZONA - “Votiamo più a sinistra ed eleggiamo più a destra”. È la conclusione a cui giungono l’economista Angelo Geninazzi (responsabile di EconomieSuisse per il Ticino, oltre che sindaco di Melide) e Marco Portmann, che lavora al Dipartimento di economia politica all’Università di Friborgo. I due economisti hanno analizzato non solo il voto di domenica scorsa per il rinnovo dei poteri federali, ma anche quello sui temi sottoposti al popolo. Ne emerge una sorta di schizofrenia politica, dalla quale la sinistra esce comunque perdente.

Facciamo una premessa per rendere più chiaro il confronto. Nel linguaggio comune si usa spesso indistintamente il termine “votazione” per indicare l’elezione di candidati a cariche pubbliche, come pure l’espressione della preferenza su questo o quel tema oggetto di iniziative o referendum.
In realtà, le elezioni riguardano l’attribuzione del potere alle forze politiche (si sceglie tra un ampio numero di candidati e di partiti), mentre le votazioni riguardano l’espressione del gradimento su temi specifici, e si declinano con un semplice “sì” o “no”.

Ma ecco cosa dice l’analisi di Geninazzi e Portmann.

“Possiamo porci la domanda se, confrontando elezioni e votazioni, il popolo si comporta in modo coerente, ossia se vengono premiati elettoralmente i partiti che hanno influenzato maggiormente la posizione del popolo nelle campagne di votazioni”.
La situazione particolare del Ticino, spiegano gli autori, soprattutto in relazione al mercato del lavoro, si riflette anche nei comportamenti di voto.
“La destra trova sempre più consensi anche alle elezioni mentre la sinistra, come a livello nazionale, fatica a tradurre elettoralmente il goodwill generato in occasione delle sue molte iniziative popolari: queste trovano più simpatie tra gli elettori ticinesi (anche di destra) che confederati.
Come 4 anni fa, domenica scorsa i partiti di centro si sono confermati stabili, sebbene fatichino ad imporre i loro consigli di voto in occasione degli appuntamenti sugli oggetti concreti. 

Quanto è veramente forte un partito?

“Possiamo stimare la “forza effettiva” di un partito analizzando l’influsso dei consigli di voto sull’esito delle votazioni, chiedendoci quale riscontro dal popolo ottiene un partito che consiglia di votare Sì ad un determinato oggetto. Una volta ottenuta la percentuale della “forza effettiva” nelle votazioni la confrontiamo al risultato elettorale”.

La destra nel 2007: forte nelle votazioni, meno alle elezioni

“Paragonando il comportamento dei partecipanti alle votazioni federali tra il 2007 e il 2011 a quello degli elettori 2007, emergeva che in Svizzera, ma soprattutto in Ticino, i partiti di destra generavano ampi consensi in occasione delle votazioni, ampiezza che non veniva però replicata in occasione delle elezioni. Anche il blocco di sinistra otteneva qualche consenso in più in fase di votazione rispetto alle elezioni. A “stravincere” le elezioni erano i partiti di centro la cui forza elettorale era superiore di quasi 30 punti percentuali rispetto a quella effettiva”. 

2011-2015: Ticino e Svizzera votano più a sinistra…

“Considerando oltre trenta votazioni federali (2011-2015) emerge che, rispetto alla legislatura precedente, il popolo – soprattutto quello ticinese – ha seguito più spesso i consigli di voto dei partiti di sinistra. La forza di questo blocco in occasione delle votazioni supera il 40% sia a livello cantonale (+13%, rispetto a 2007-2011) che a livello federale (+2%). Il blocco dei partiti di centro ha di nuovo faticato a influenzare i cittadini durante le votazioni; a pesare sul risultato modesto vi sono anche i molti oggetti parlamentari referendati e bocciati in questa legislatura: prezzo unico del libro, Managed care, vignetta autostradale o acquisto dei Gripen. La destra ha perso forza solo in Ticino (-8%) raggiungendo comunque un rispettabile 40% (come in Svizzera)”.

… ed eleggono più a destra

“Una certa logica ci suggerirebbe che se i cittadini durante gli ultimi 4 anni hanno seguito maggiormente i consigli di voto a sinistra, quest’ultima dovrebbe essere stata premiata anche in occasione delle elezioni. Come sappiamo, così non è stato: il fronte di destra ha guadagnato consensi sia in Ticino (+6%) sia in Svizzera (+3%)”.
Mentre la sinistra ha perso circa il 5% in Ticino, e il 2% Svizzera. 

Il centro resta forte alle elezioni

Innanzitutto va detto che il centro si conferma elettoralmente forte se paragonato al suo influsso sulle votazioni popolari (+8% in CH, +26% in TI). Questa forza, su tutti di PLR e PPD, è probabilmente influenzata da una componente storica: l’ancoraggio in seno alla popolazione, in particolare quella ticinese, è tuttora forte e ne determina una tenuta egregia alle elezioni.
Un’altra spiegazione consiste nel fatto che il PLR e il PPD sono partiti che coprono uno spettro politico ampio e quindi, i candidati in lizza per Berna rappresentano più correnti che a loro volta catalizzano i voti di più elettori. Inoltre, sono i poli che ricorrono più spesso agli strumenti di democrazia diretta e riescono a mobilitare meglio i cittadini per la loro causa, mentre i partiti di centro concentrano la loro attività in sede parlamentare. Può capitare che il “centro” del Parlamento venga smentito, sebbene esso abbia potenzialmente svolto un ottimo lavoro – in sintonia con le preferenze dei propri elettori – in altri 100 progetti non sottoposti al sovrano”.

Iniziative popolari: per la sinistra uno strumento elettorale poco efficace

“Negli ultimi 4 anni il popolo si è espresso su 22 iniziative; la metà (11, nella legislatura precedente erano solo 6) avevano una matrice e un mittente chiaramente di sinistra (“solo” 5 invece di destra). Sebbene solo l’iniziativa sulle residenze secondarie e l’iniziativa Minder (per quest’ultima molte sezioni di partiti borghesi consigliavano il sì) siano state approvate, alcune hanno trovato diverse simpatie. Questa densità di proposte di sinistra, che in occasione di sue iniziative riesce a mobilitare i cittadini oltre l’appartenenza politica, ha “gonfiato” la forza effettiva di questa area, che però non è riuscita a sfruttarne l’onda in senso elettorale. L’iniziativa popolare è al centro di discussioni poiché utilizzata sempre più spesso quale “strumento elettorale”. Se limitiamo l’analisi ai partiti di sinistra e alla scorsa legislatura, questa strategia sembra però poco efficace”. 

Lo squilibrio aumenta a sinistra e si riduce a destra

“I leitmotiv della legislatura sono state la pressione migratoria, le relazioni con l’UE – in relazione alla libera circolazione delle persone – e le conseguenze sul mercato del lavoro. Molte iniziative di sinistra hanno proposto soluzioni al riguardo (1:12, salari minimi, ecc…) e in Ticino hanno trovato consensi anche tra gli elettori di destra. Ciò non sorprende alla luce della situazione particolare del mercato del lavoro ticinese; l’ampiezza di questo fenomeno contraddistingue il Ticino rispetto alla Svizzera, dove è meno pronunciato. In occasione delle elezioni una fetta maggiore di popolazione sensibile al tema, in particolare i nuovi elettori (il 40% del nuovi elettori in CH ha votato UDC), ha ritenuto più credibile la destra, sebbene abbia sostenuto le ricette di sinistra”. 

Red

 

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