POLITICA E POTERE
Scontro Giudici-Borradori, interviene Cattaneo: "Il sindaco leghista accusa il suo predecessore ma dimentica che l'artefice della politica finanziaria di Lugano fu soprattutto il Nano"
Il presidente del PLR: "Non intendo entrare negli aspetti personali della polemica. Ma due parole voglio dirle anch'io"

di Rocco Cattaneo *

Non intendo entrare negli aspetti personali della polemica tra l’ex sindaco di Lugano, Giorgio Giudici, e l’attuale sindaco, Marco Borradori. Ma, come Giudici, due parole su Lugano voglio dirle anch’io, in qualità di presidente cantonale del PLR e a poche settimane dalle elezioni comunali.
L’ex sindaco ha le sue ragioni ed è comprensibile il suo sfogo quando dice di aver deciso di aprire il libro dopo essersi visto gettare fango addosso per tre anni. Perché, da osservatore esterno, anche a me pare che Giorgio abbia subito una sorte ingiusta.
Ma il punto politico che mi preme sottolineare è un altro: se è vero, come gli ha replicato Borradori, che il nuovo Municipio ha ereditato una città fortemente indebitata, sono oggettivamente vere almeno altre due cose.

La prima è che il nuovo Municipio ha ereditato anche diversi progetti importanti (alcuni già realizzati, altri avviati, e altri ancora abbozzati). Progetti che sono nati da una indiscutibile visione politica e dalla forte impronta che Giorgio Giudici ha lasciato durante i quasi trent’anni in cui è stato sindaco. Se il debito pubblico di Lugano è salito - e ora occorre lavorare per ridurlo - è perché sono stati fatti molti investimenti (basti pensare al LAC, ma anche ai costi delle aggregazioni) e senza dubbio il patrimonio della Città in questi anni è aumentato di valore.

La seconda cosa è altrettanto importante: il sindaco leghista di Lugano addossa al Municipio guidato da Giudici la responsabilità dei problemi finanziari, e alla luce degli ultimi risultati contabili si può dire che ne ha forse accentuato eccessivamente la gravità. Ma dimenticando, o fingendo di dimenticare, che uno degli artefici (se non il principale artefice) della politica finanziaria di Lugano è stato Giuliano Bignasca.

Vorrei ricordare che uno degli ultimi atti politici del Nano in Municipio, prima della sua scomparsa, fu la ferma opposizione all’aumento del moltiplicatore di imposta, opposizione che poi trovò il sostegno di Giudici (forse per strategia elettorale visto che si era in campagna), ma non fu un’idea dell’allora sindaco. Ricordo anche che Bignasca si è sempre fermamente opposto all’introduzione della tassa sul sacco (che il Municipio guidato da Borradori ha deciso di introdurre), e che avrebbe portato rilevanti entrate nelle casse comunali. E anche che ha costantemente perseguito una politica di aumento del debito pubblico. Ma non ho mai sentito provenire in questi tre anni dalla maggioranza leghista in Municipio una critica nei confronti del Nano. Tutta la colpa è stata addossata a Giudici.

Siccome verba volant, ma scripta manent, cito un passaggio del Mattinonline del 4 febbraio 2013: “Nella battaglia che i due municipali leghisti luganesi Giuliano Bignasca e Lorenzo Quadri stanno conducendo contro l’aumento del moltiplicatore dal 70% al 75%, come invece richiesto da buona parte del Municipio, pare che possa schierarsi dalla loro parte nientepopodimeno che Re Giorgio Giudici. Sembra infatti che il sindaco di Lugano accolga le motivazioni dei due leghisti, che fanno notare come per le casse del Municipio ci sarebbero entrate a sufficienza e uscite insensate da ridurre da far quadrare i conti del preventivo senza per forza rivalersi sui cittadini e sui loro portafogli”.
E mi fermo qui, perché non penso ci sia altro da aggiungere.

* presidente cantonale PLR

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