Il municipale socialista: "Non volevano lasciarmi spiegare"
LOCARNO – “Mi sono sentito vittima di un agguato politico”. Il municipale socialista di Locarno Ronnie Moretti usa queste parole per esprimere il suo disagio dopo le ultime battute del Consiglio comunale di ieri sera. La seduta si è infiammata poco prima di mezzanotte. E la polvere nera che ha fatto esplodere il caos era, ovviamente, il delicatissimo “caso San Carlo”.
“Quando ho preso la parola – racconta Moretti – si sono levati brusii e mormorii, con consiglieri comunali che non volevano lasciarmi parlare. Un chiaro agguato politico teso a screditarmi per fini elettorali. Ma anche, da parte del capogruppo del PPD, Mauro Cavalli, teso a screditare me per rafforzare la controparte, vale a dire il direttore del Dicastero istituti sociali che dirigo”.
Trattasi, com’è noto, di Giuseppe Mordasini, l’alto funzionario al quale il Municipio ha prospettato il licenziamento (insieme alla direttrice dell’istituto per anziani), e la cui versione sulla “catastrofe San Carlo”, dipinta nei dettagli nell’audit affidato a consulenti esterni, pare divergere su alcuni punti da quella di Moretti.
In ogni caso, ieri sera è scoppiato il caos. Con qualche frase pesante, tipo un “ma vai a cag…” pronunciata da un consigliere nei confronti del primo cittadino, Giovanni Monotti, che gli aveva negato la parola.
Al di là delle roventi polemiche, dice Moretti, mi pare che non ci sia la percezione del lavoro che stiamo facendo per rimettere in carreggiata il San Carlo, la cui gestione è stata affidata ad interim al direttore della Casa Belsoggiorno di Ascona.
E rimanda alle sue risposte, lette ieri sera, all’interpellanza presentata da alcuni consiglieri.
“Prima di entrare nel merito delle domande rivolte al Municipio – ha detto il municipale socialista - è necessaria una premessa che riguarda il dovere di protezione della sfera privata che siamo tenuti a rispettare. Se il Municipio o un suo membro entrassero nel merito di una procedura in corso lederebbero il diritto alla difesa delle persone coinvolte.
Il Municipio si è finora strettamente attenuto a un atteggiamento molto prudente nelle prese di posizione pubbliche. Non perché abbia qualcosa da nascondere, ma perché non vuole anticipare prese di posizione prima di aver lasciato agli interessati la facoltà di esercitare liberamente il loro diritto di essere sentiti”.
Le risposte di Ronnie Moretti
Ecco, in sintesi, le risposte di Moretti all’interpellanza: “Quello che possiamo dire è che il Municipio ha agito non appena sul suo tavolo è giunta la lettera del 19 novembre 2015 del Laboratorio di psicopatologia del lavoro, il quale ha raccolto e oggettivato le lamentele di diversi dipendenti. La lettera presentava gli elementi che mancavano sulla situazione della conduzione dell’istituto. Questo è un dato di fatto, confermato dai risultati degli interventi al San Carlo su alcune delle principali criticità: sono già avviate misure per adeguare il sistema dei turni, le indicazioni pratiche per l’utilizzo del RAI sono recepite con successo, il clima di lavoro è decisamente migliorato”.
“Il Municipio avrebbe dovuto intervenire prima? La risposta è sì. Sarebbe stato possibile intervenire prima? La risposta non è così semplice. Le ragioni andranno chiarite nell’ambito della procedura in corso. Posso tuttavia già anticipare che dall’audit emerge che il personale al San Carlo era restio a segnalare apertamente i problemi. Questa dinamica, non infrequente nelle organizzazioni di lavoro strutturate gerarchicamente, ha generato difficoltà nella comprensione della situazione e nella raccolta delle informazioni e distinguere le proteste legittime dai pettegolezzi o dalle maldicenze. Le versioni sono spesso contradditorie. Va anche ritenuto che in ogni settore dell’amministrazione la base è il rapporto di fiducia tra direzione, dicastero e Municipio”.
“Né al capo Dicastero né al Municipio sono mai giunte segnalazioni di una qualità insufficiente del servizio. L’ispezione dell’Ufficio del medico cantonale, avvenuta nello scorso mese di giugno, non ha rilevato discordanze rispetto alle normative. È vero che l’audit esterno ha messo in luce problemi che si sarebbero verificati durante la scorsa estate: di questi problemi, tuttavia, non sono giunte segnalazioni al Municipio in termini di qualità delle cure”.
“Il Municipio ricorda che la soluzione del direttore unico per i servizi sociali è stata approvata dal Cantone e accolta favorevolmente pure da operatori attivi sul territorio e dalla SUPSI. Questo cambiamento è stato accompagnato da una serie di misure di supporto per assicurare la gestione dell’istituto San Carlo. I vantaggi che il Municipio aveva intravisto in questa soluzione erano di tipo finanziario e operativo; l’intento era di fornire ai Servizi sociali una competenza di livello superiore per gestire aspetti complessi come i flussi finanziari e la ripartizione di competenze con il Cantone, o la collaborazione intercomunale. Oggi sappiamo che questa soluzione non si è rivelata adeguata per le esigenze di Locarno, ma, ripeto, si trattava di un esperimento che godeva dell’appoggio delle autorità cantonali”.
“A posteriori è difficile dire se un intervento anticipato avrebbe potuto evitare le decisioni recentemente adottate dall’esecutivo (i licenziamenti, ndr). Certo che l’intervento avrebbe dovuto partire attivando una maggior propensione del personale a segnalare le disfunzioni all’autorità. Con probabilità avrebbe permesso di porre fine anticipatamente al disagio dei dipendenti”.
“Il Municipio è stato informato a fine aprile dell’intenzione della Direzione di incontrare le organizzazioni del personale e di costituire un gruppo di discussione paritetico. La procedura di costituzione e la composizione del gruppo di lavoro sono state concordate dagli stessi sindacati e dalla Direzione. A rappresentare il personale sono 7 membri titolari eletti e i loro supplenti. La lentezza nella costituzione del Gruppo di lavoro, che non ha potuto riunirsi prima dell’estate come previsto, è spiegata con una perdita di tempo iniziale dovuta alle tensioni tra i diversi sindacati e alle difficoltà di agenda per fare prima. Va anche rilevato che la prima campagna di adesioni in settembre non ha dato i risultati sperati, per cui nel mese di dicembre si è resa necessaria un’ulteriore assemblea del personale. Il bilancio provvisorio del gruppo di lavoro è al momento di 3 riunioni, alla presenza del capo Dicastero. A queste si aggiunge una riunione preparatoria, legittima in sé ma la cui segnalazione non è giunta alla Direzione”.
“Una discussione generale sul tema in Consiglio comunale va rimandata a dopo la fine delle procedure attualmente in corso compatibilmente con le esigenze di tutela degli interessi del Comune nella procedura di rescissione del rapporto di impego prospettata nei confronti del Direttore dei servizi sociali e della responsabile dell’audit San Carlo”.
emmebi