Scintille tra Piero Marchesi e Gianni Albertoni. Il presidente degli elettricisti: "I frontalieri hanno qualcosa che ai nostri manca un po': la fame". Il presidente dell'UDC: "È la persona sbagliata al posto sbagliato. Ha una visione miope"
In un’intervista sul GDP Albertoni afferma che “mancano ticinesi che hanno voglia di continuare a lavorare nel settore. In molti, dopo pochi anni, scelgono un’altra strada. Invece i frontalieri, oltre che essere preparati...". E Marchesi va giù duro
LUGANO - “Il presidente dell'associazione installatori elettricisti ticinesi (AIET), società alla quale professionalmente sono vicino, si conferma per l'ennesima volta la persona sbagliata al posto sbagliato. Lui è uno di quelli che quando ci sono i problemi, piuttosto che affrontarli, preferisce girarsi dall'altra parte. Una visione miope che necessita di un cambiamento, perché finché si continua a non voler vedere i problemi, nel frattempo non potranno che aumentare. Per fortuna a breve è prevista la sua sostituzione. Nel settore saranno in molti a rallegrarsi”. Piero Marchesi, presidente dell’UDC, non usa mezze parole per replicare, su Facebook, alle dichiarazioni di Gianni Albertoni, presidente dell’AIET.
In un’intervista pubblicata oggi dal Giornale del Popolo, Albertoni afferma che “mancano ticinesi che hanno voglia di continuare a lavorare nel settore. In molti, dopo pochi anni, scelgono un’altra strada. Invece i frontalieri, oltre che essere preparati, hanno anche qualcosa d’altro che ai nostri manca un po’: la fame".
La nuova Legge sulle imprese artigianali, che entrerà in vigore in ottobre e prevede il controverso Albo degli artigiani, non toccherà gli elettricisti. Perché, come spiega Albertoni, “il nostro settore dispone già di un albo professionale a livello nazionale. Non abbiamo voluto creare un doppione a livello cantonale. È già difficile oggi per il nostro ispettorato federale seguire i cambiamenti nelle aziende, se c’è pure l’Albo cantonale da controllare il rischio di fare confusione è grande. Per questo noi ci siamo opposti all’obbligatorietà dell’iscrizione alla LIA."
E si dice scettico, in generale, sull'utilità dell'Albo: “Perché sono liberale di natura e vedo questa legge come una limitazione alla libertà d’impresa. Io sono convinto che non si combattono in questo modo i padroncini e i distaccati, anche perché loro sanno adeguarsi molto bene alle nostre leggi. Invece di creare una seconda struttura di controllo, oltre all’AIC (Associazione interprofessionale di controllo), sarebbe stato più utile aumentare gli ispettori alla stessa AIC".
Ma la frase che ha fatto saltare la mosca al naso a Marchesi è evidentemente quella sui frontalieri, che hanno più fame rispetto ai ticinesi. A fine settembre si voterà sull’iniziativa dell’UDC “Prima i nostri” e gli animi iniziano a scaldarsi in vista della campagna…