"Il Consiglio di Stato – si legge in una nota - dopo 10 anni in cui non è mai intervenuto nei confronti dei Comuni inadempienti, ratificando anzi i loro regolamenti dei rifiuti, non può ora pretendere di imporre a tutti i Comuni la propria visione sul finanziamento della gestione dei rifiuti"
BELLINZONA - Il Gruppo PPD+GG, nella sua seduta di mercoledì 5 ottobre 2016, ha deciso di presentare un proprio rapporto sull’iniziativa parlamentare elaborata “per l’introduzione della tassa sul sacco cantonale”.
Come noto il Consiglio di Stato, con il suo rapporto del 4 marzo 2015, propone di fissare nella legge cantonale il principio secondo cui tutti i Comuni coprono le spese di raccolta e smaltimento dei rifiuti mediante una tassa di base, una tassa sul sacco e altre tasse causali (p. es. ingombranti, vegetali, ecc...).
Il rapporto del Consiglio di Stato prevede che la tassa di base sia uguale per tutte le economie domestiche, ma in seguito il medesimo Consiglio di Stato ha annullato il regolamento sui rifiuti della Città di Lugano (anche) per il motivo che la tassa di base dovrebbe essere differenziata in funzione del tipo di economia domestica. La necessità di differenziare la tassa di base è stata recentemente ribadita anche dal Sorvegliante dei prezzi.
Il rapporto del Consiglio di Stato prevede inoltre che i Comuni debbano fissare il prezzo del sacco all’interno di una forchetta decisa anno per anno dal Cantone. Secondo le valutazioni del Dipartimento del territorio la modifica di legge proposta dal Consiglio di Stato comporterà la revisione dei regolamenti di 71 Comuni ticinesi che non prevedono la tassa sul sacco (che saranno costretti a introdurla), ma pure la revisione dei regolamenti di quei 59 Comuni che già prevedono la tassa sul sacco (che dovranno quindi modificarne il prezzo, rivedendo di conseguenza gli importi della tassa di base).
Il Gruppo PPD+GG ritiene che il principio di causalità sancito dal diritto federale debba essere applicato su tutto il territorio cantonale.
Il Gruppo PPD+GG ritiene tuttavia che occorra tenere conto delle particolarità e delle esigenze specifiche dei Comuni e, soprattutto, che occorra preservare il lavoro dei tanti Comuni che hanno già adottato regolamenti conformi al diritto federale, anche sulla base di decisioni popolari delle rispettive comunità.
"Il Consiglio di Stato – si legge in una nota - dopo 10 anni in cui non è mai intervenuto nei confronti dei Comuni inadempienti, ratificando anzi i loro regolamenti dei rifiuti, non può ora pretendere di imporre a tutti i Comuni la propria visione sul finanziamento della gestione dei rifiuti. Il Gruppo PPD+GG ha quindi presentato un rapporto che ribadisce la necessità di osservare il principio di causalità nel finanziamento della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, esplicitando la facoltà (e l’obbligo) per il Consiglio di Stato di emanare dei regolamenti sostitutivi nel caso in cui i Comuni, dopo diffida, non dovessero adottare dei regolamenti conformi al diritto federale. Il Gruppo PPD+GG ritiene che questa soluzione consenta di coniugare il rispetto del principio di causalità con il rispetto dell’autonomia comunale (uno dei pilastri della nostra Confederazione), evitando una lunga e laboriosa modifica dei regolamenti di tutti i 130 Comuni ticinesi.