POLITICA E POTERE
Referendum contro la legge di applicazione del 9 febbraio, l'iniziativa personale di Stojanovic non trova consensi. Marco Romano: "Caro Nenad, ecco perché non lo sosterrò: non si combatte la democrazia diretta con lo stesso strumento. Non accetto quanto u
Il consigliere nazionale PPD risponde all'ex deputato PS. "Quanto sortito dal Parlamento è stato fortemente voluto/modellato/costruito dal Partito di cui sei membro senza che il PS accettasse anche minime proposte di modifica per avere una legge efficace e utile ai comprensori dove la migrazione genera distorsioni"
BERNA – Il referendum lanciato a titolo personale dal politologo ticinese Nenad Stojanovic contro la legge d’applicazione dell’iniziativa popolare "contro l’immigrazione di massa", divenuta articolo costituzionale, non sta suscitando entusiasmi. Nemmeno a sinistra.

Géraldine Savary, senatrice e vicepresidente del Partito socialista, nelle cui fila Sojanovic è stato deputato in Gran Consiglio, ha fatto sapere che il PS non sosterrà quel referendum.

"La soluzione adottata in dicembre dal parlamento – secondo Savary, che pare molto ottimista - è a favore della manodopera indigena e fa in modo che le persone iscritte alla disoccupazione possano trovare un impiego, e permette dunque di far rispettare la volontà popolare”.

Stojanovic ritiene invece che un voto sia "assolutamente necessario", poiché altrimenti l'UDC potrebbe lamentarsi per anni del fatto che la volontà popolare non sia stata rispettata: "Senza referendum, corriamo il rischio che i politici populisti insultino senza sosta il Parlamento nei prossimi anni. Si tratterebbe di un veleno per la nostra democrazia".

In ogni caso, la sua iniziativa politica fa comunque discutere. Il consigliere nazionale Marco Romano, che è stato contattato da Sojanovic, ci ha inviato le sue riflessioni.

“Caro Nenad,

grazie d'avermi coinvolto. Da parte mia, schematicamente, non desidero sostenere il referendum:

- perché non si combatte l'abuso di democrazia diretta con l'utilizzo del medesimo strumento;

- la democrazia diretta non è finalizzata allo scontro tra Partiti;

- la tua proposta mi pare estemporanea (pronto a esser smentito) e senza una vera organizzazione che sostiene la raccolta di firme;

- un referendum non è una passeggiata;

- quanto sortito dal Parlamento è stato fortemente voluto/modellato/costruito dal Partito di cui sei membro senza che il PS accettasse anche minime proposte di modifica per avere una legge efficace e utile ai comprensori dove la migrazione genera distorsioni;

- durante i lavori parlamentari non hai cercato di influire sul PS a sostegno di proposte utili;

- non posso accettare quanto sortito dal Parlamento, ma accetto di aver perso;

- ho depositato a nome del PPD una mozione che chiede di monitorare l'attuazione e l'efficacia della legge. Se, come immagino, non serve a nulla e non funziona, torneremo alla carica con il modello di applicazione proposto dal PPD, quale punto intermedio tra iniziativa e rispetto dei principi costituzionali, rispettivamente impegni internazionali  (via bilaterale).

- un referendum ora non porta a nulla e aizza solo gli animi.

Con i migliori saluti, buon anno”

Marco Romano

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