POLITICA E POTERE
Il Governo boccia la scuola secondo Morisoli e Pamini: "Nella loro proposta problemi formali, pedagogici e di costi"
Il Consiglio di Stato si esprime contro la proposta di riforma presentata dai due due deputati di Arealiberale: "Diciamo "no" anche perché vogliono parificare scuole pubbliche e private"
BELLINZONA - Il Consiglio di Stato invita il Gran Consiglio a respingere l'iniziativa parlamentare «La scuola che vogliamo: realista – pluralità di istituti nell’unità educativa», presentata il 19 settembre 2016 dai deputati Sergio Morisoli e Paolo Pamini (La Destra). Le modifiche legislative proposte, in particolare, contraddirebbero la volontà del Parlamento di prolungare la fase di analisi della riforma «La scuola che verrà».

 

A parere dei promotori, l’iniziativa intende migliorare le condizioni strutturali della scuola ticinese grazie a una serie di modifiche alla Legge della scuola (Lsc). Pur riconoscendo agli iniziativisti l’intenzione di voler contribuire attraverso proposte concrete ai processi di innovazione scolastica attualmente in corso, in particolare alla riforma della scuola dell’obbligo «La scuola che verrà», nel proprio rapporto il Governo esprime numerose riserve sulle modifiche normative contenute nell’iniziativa.

 

La prima obiezione, di tipo formale, si riferisce alla scelta degli iniziativisti di introdurre nella Legge una serie di modifiche legislative che riguardano unicamente la Scuola media; la Lsc, tuttavia, è la norma di riferimento per tutte le scuole ticinesi non universitarie, obbligatorie e postobbligatorie. La seconda riserva riguarda invece la ridefinizione dello statuto delle scuole private, che secondo l’iniziativa sarebbero a ogni effetto parificate alle scuole pubbliche, beneficiando di finanziamenti senza tuttavia essere sottoposte a un regime di autorizzazione in base al fabbisogno.

 

Sul piano pedagogico, gli iniziativisti intendono infine consentire al sistema scolastico di estendere a tutte le materie la differenziazione strutturale attualmente operata attraverso i corsi base e attitudinali. Una misura che contraddice la politica scolastica cantonale degli ultimi decenni e ignora i più recenti risultati della ricerca internazionale (compresi quelli recentemente pubblicati nell’ambito dello studio PISA), che mettono in evidenza l’impatto negativo, in termini di equità, dei sistemi segregativi come quello proposto.

 

A questo proposito va ricordato che il progetto «La scuola che verrà» si muove in direzione esattamente opposta, proponendo l’abolizione dei due corsi attitudinali e di base (matematica e tedesco) che ancora esistono nel nostro sistema. Sulla base dei punti appena elencati e di altre considerazioni puntuali indicate nel rapporto, non da ultimo per il suo costo, il Consiglio di Stato propone al Parlamento di respingere l’iniziativa.

 

Il Governo sottolinea inoltre che la proposta degli iniziativisti di modificare la Legge durante la fase di sperimentazione del progetto di riforma «La scuola che verrà» contraddice la volontà espressa dal Parlamento di prolungare la fase di analisi del progetto.

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
In Vetrina

LETTURE

Il Natale dei piccoli con Fontana Edizioni: tre storie da leggere sotto l’albero

09 DICEMBRE 2025
SINDACATO E SOCIETÀ

Docenti allo stremo, l'OCST chiede una svolta

04 DICEMBRE 2025
LETTURE

“Tre Valli, paesaggi minimi”

04 DICEMBRE 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Tornano i Frontaliers. Ecco il trailer e la data d'uscita del nuovo film

03 DICEMBRE 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Brissago accende il Natale: tutti gli appuntamenti dall’albero alla Befana

02 DICEMBRE 2025
PANE E VINO

Premi Ticinowine 2025 a Lara Montagna e Feliciano Gialdi

30 NOVEMBRE 2025
LiberaTV+

LISCIO E MACCHIATO

Rolex e lingotti a Trump, Gysin segnala in Procura: "È corruzione?"

27 NOVEMBRE 2025
POLITICA E POTERE

Oro e Rolex a Trump e la denuncia di Gysin. Tre domande a Paolo Pamini

29 NOVEMBRE 2025
ENIGMA

Svizzera sottomessa a Stati Uniti e UE?

23 NOVEMBRE 2025