Stipendio minimo di 20 franchi all'ora, Fabio Regazzi dopo il caso Neuchâtel: "La decisione dei giudici federali mi sorprende: la politica salariale dovrebbe essere lasciata ai partner sociali. Dubito comunque che quella sentenza possa essere applicata al
Il presidente dell’AITI: “Ritengo che si tratti di due casi diversi. A Neuchâtel si parla di un salario minimo uniforme, mentre l’iniziativa ‘Salviamo il lavoro’ approvata dal popolo ticinese si fondava su salari minimi differenziati per settore"
foto: TiPress/Davide Agosta
LUGANO – La reazione di Fabio Regazzi, in qualità di presidente dell’Associazione industrie ticinesi (AITI), è di segno opposto a quella del presidente socialista, Igor Righini. Quest’ultimo, ha invitato il Governo a varare un progetto di salario minimo in Ticino dopo la sentenza del Tribunale federale sul caso Neuchâtel
Ma Regazzi frena e dice: “So che le sentenze non si dovrebbero commentare. Mi limito dunque a dire che sono molto sorpreso dalla decisione dei giudici di Losanna, perché trovo sbagliato che i tribunali intervengano nella politica salariale. Politica che dovrebbe essere lasciata ai partner sociali. Ma ormai lo Stato decide sempre di più cosa possiamo fare e non fare. Ed è una tendenza che a me preoccupa”.
Poi il presidente dell’AITI precisa: “In ogni caso, ritengo che si tratti di due casi diversi. A Neuchâtel si parla di un salario minimo uniforme, con una base di 20 franchi all’ora, mentre l’iniziativa ‘Salviamo il lavoro’ approvata dal popolo ticinese si fondava su salari minimi differenziati per settore. Non so dunque in che misura questa sentenza possa essere applicata in Ticino. A mio parere non si tratta di una distinzione secondaria, e lo dico senza voler fare ragionamenti capziosi”.
Su una cosa Regazzi dà ragione a Righini: ora spetta al Consiglio di Stato decidere come sbrogliare la matassa. “Ma per me l’unica iniziativa applicabile in Ticino è quella sui salari minimi per settore. Non quella approvata dagli elettori di Neuchâtel. Ho letto che Righini parla di salari minimi di 3'750 franchi. Non capisco come arrivi a quella cifra, ma come presidente dell’AITI dico che si tratta di una base minima eccessiva. E aggiungo, comunque, che salari inferiori ai 3'000 franchi non dovrebbero più esistere”.