Norman Gobbi è il profilo, l’unico, che metterebbe tutti d’accordo. Il ministro ci sta riflettendo molto seriamente. Ma la strada del doppio incarico resta una mossa azzardata che potrebbe non convenire né a lui né alla Lega. E quindi prende quota un'altra opzione....
E in casa Lega proseguono le riflessioni sul nuovo assetto di guida del Movimento. Abbiamo già scritto diverso tempo fa come Norman Gobbi sia il profilo, l’unico, che metterebbe tutti d’accordo. Di recente anche Marco Borradori, il più istituzionali fra gli istituzionali, ha promosso pubblicamente la candidatura del Consigliere di Stato. Che piaccia all’ala barricadera, invece, non c’è bisogno neppure di dirlo.
Gobbi ci sta riflettendo molto seriamente. La voglia di assumere l’incarico si scontra con la controindicazione più ovvia: come conciliare la carica di capo partito con quella di ministro? Una domanda fondatissima che non ha una risposta convincente e risolutiva. Pur essendoci qualche precedente nel passato, nella politica di oggi i due ruoli fanno oggettivamente a cazzotti. La sensazione è che non convenga né a lui né alla Lega azzardare questa mossa.
Ma forse, in tutta questa vicenda, la questione è stata posta in una maniera troppo scontata per le abitudini leghiste. Anziché chiedersi chi sarà il nuovo coordinatore, ci si potrebbe infatti domandare: ma alla Lega serve davvero un successore di Attilio Bignasca in quel ruolo lì?
Va riavvolto il nastro per capire quanto il quesito, che alcuni si stanno ponendo, non sia affatto campato in aria. Il coordinamento di Attilio Bignasca nasce come risposta originale e innovativa, nell’ambito della politica cantonale, per superare lo shock della morte del fondatore del Movimento. L’idea alla base dell’intuizione era semplice: non può esserci un altro presidente dopo aver avuto quel presidente. E così ecco il tavolo dei colonnelli con il Conte Zio nel ruolo di mediatore, pompiere e parafulmini.
Una formula che si è rivelata vincente e che ha consolidato la Lega, come testimoniano i successi elettorali. Ora si apre una fase nuova e quindi potrebbe servire una formula nuova di gestione del Movimento. In fondo qual è oggi l’utilità concreta di un coordinatore? Fondamentalmente avere un rapporto con i media, tenere i rapporti con l’esterno, occuparsi dell’organizzazione del Movimento, mediare gli attriti che di tanto in tanto scoppiano in caso. Di tutto questo deve occuparsi una sola persona?
Il tavolo dei colonnelli, cioè il governo della Lega, in ogni caso, rimarrà. E tutto lascia pensare che, alla fine, prevarrà una soluzione ibrida, diversa dall’attuale, che non preveda un ruolo di coordinatore sovrapponibile a quello ricoperto fin qui da Attilio Bignasca.