Intanto il direttore dell'azione sociale Renato Bernasconi (l'autore della mail) spiega: "La sospensione misura adeguata. Lo scritto di posta elettronica? Complice forse la fretta, ho utilizzato termini non adeguati”. E il direttore di Securitas Stefano Moro spiega le ragioni del reintegro dell'agente
L'e-mail partita dal DSS
Una mail che recita così: “Caro Stefano, come discusso verbalmente, a seguito delle informazioni apprese dai media, a titolo cautelativo ti chiedo di non voler impiegare presso la protezione civile di Camorino l'agente, al fine di tutelare le informazioni confidenziali che riguardano gli ospiti del centro”. L’invito a sospendere l’agente, insomma, pare proprio essere partito dal Dipartimento di Paolo Beltraminelli.
Scricchiola dunque, per usare un eufemismo, la prima versione raccolta ieri mattina dal quotidiano Bellinzonese, dove sia Moro che Bernasconi parlavano di una decisione presa di “comune accordo” (e già questo poneva degli interrogativi inquietanti essendo il DSS al centro dello scandalo Argo 1).
Bernasconi, interpellato dalla RSI, si è giustificando ammettendo che la misura è stata discussa e concordata, ma nella formalizzazione della decisione, cioè l’e-mail, "complice forse la fretta, ho utilizzato termini non adeguati”.
Bernasconi: "Beltraminelli non sapeva"
Il Corriere del Ticino, stamane, pubblica un’intervista all’alto funzionario. Bernasconi ricostruisce in questi termini la vicenda: “Quando è uscito l’articolo sul Corriere del Ticino, Stefano Moro mi ha contattato perché la persona citata nell’articolo è un loro agente e lavorava – fino a settimana scorsa – al centro per richiedenti l’asilo di Camorino. Di conseguenza, il direttore di Securitas ha voluto condividere con me la decisione di sospendere, transitoriamente, il dipendente dallo svolgimento di quello specifico compito fintantoché non avesse condotto gli accertamenti del caso. (…). Da parte mia, quando Moro mi ha illustrato la situazione, ho confermato che ritenevo opportuno fare questi accertamenti per capire se quanto segnalato fosse effettivamente corretto, confermando per iscritto questa indicazione”.
“Paolo Beltraminelli - ha aggiunto Bernasconi al CdT - non ne era a conoscenza, si tratta di un aspetto operativo che non compete al consigliere di Stato. (…)Trovo corretto che a fronte della notizia pubblicata il datore di lavoro si sia interrogato sul mantenimento del collaboratore in quello specifico impiego interpellando anche il sottoscritto. L’attribuzione ad altri compiti in attesa di chiarimenti è parsa ad entrambi una misura a carattere provvisorio adeguata”.
Stefano Moro (Securitas): "Non abbiamo in mano nulla contro l'agente"
Intanto, sulla Regione, il direttore Stefano Moro ha commentato la decisione da parte di Securitas di reintegrare l’agente. Una saggia decisione che, in buona sostanza, si deve alle reazioni molto critiche che la stessa aveva immediatamente sollevato: “Abbiamo valutato gli elementi a nostra conoscenza per accorgerci che nulla giustificava un allontanamento o altri provvedimenti. (…) L’agente veniva accusato di aver trafugato dati. Ho quindi verificato con Unia, che mi ha garantito che gli unici dati trasmessi sono relativi al suo rapporto di lavoro, nient’altro che andasse a ledere il rapporto di fiducia con il precedente datore di lavoro o la privacy di altri. La pubblicazione del vostro articolo ci ha spinti ad arrivarne a una: noi in mano non abbiamo nulla. Se il ‘Cdt’ ha altro, si faccia avanti. Oppure smentisca”.
Caratti: "Funzionario Pinocchio"
Durissimo, infine, l’editoriale con cui Matteo Caratti commenta la vicenda: “Le bugie hanno le gambe corte. Cortissime se poi… carta canta. A cantare è la mail. A fare la figura del Pinocchio è il capodivisione del Dss, Renato Bernasconi, che ieri ci aveva dato ben altre risposte sul suo strano (improprio) interessamento alle sorti dell’agente(…). Già ieri ci eravamo chiesti: perché mai un alto funzionario del dipartimento del Beltra deve occuparsi di chi deve venir assunto o scaricato da una ditta privata? Sono scelte interne alla ditta, o no? Oggi scopriamo che in realtà la situazione è molto più grave di quanto potessimo immaginare, poiché Bernasconi ha scritto nero su bianco una mail nella quale chiede al direttore della Securitas di ‘non impiegare presso la PCI di Camorino l’agente sig. xy (poi effettivamente sospeso) al fine di tutelare le informazioni confidenziali che riguardano gli ospiti presenti nel centro’. Sì, avete capito bene: l’agente viene sospeso – di fatto – su esplicita e diretta richiesta (‘ti chiediamo di non voler impiegare’) del capodivisione di Beltraminelli”.