Dopo Marco Borradori anche il suo collega di Municipio e di partito commenta gli sviluppi dell'inchiesta sul fatto di sangue: "Non tollereremo che Lugano si trasformi nel Bronx. E quanto ci costano in spese ospedaliere questi delinquenti stranieri che vengono in Ticino ad accoltellarsi?"
E se il sindaco Marco Borradori ha parlato di “scenario inquietante”, il suo collega di Municipio e di partito Lorenzo Quadri, dalle colonne del Mattino della Domenica, cannoneggia a tutto spiano: “Stando quanto pubblicato sul CdT - scrive Quadri - le ultime notizie confermano che l’accoltellamento è stato un regolamento di conti tra bande di delinquenti stranieri, basate oltreconfine, che scelgono il Ticino come “territorio neutro” per le loro guerriglie urbane. Ma bene, avanti così! “Apriamoci”! Diventiamo “attrattivi” come campo di battaglia per tutta la feccia estera!”.
“Invece di chiudere le discoteche, come vorrebbe qualcuno - prosegue il municipale leghista - cominciamo a chiudere le frontiere. Via subito Schengen e reintroduzione dei controlli sistematici sul confine! Poi, tanto per essere “populisti e razzisti” fino in fondo, sarebbe anche interessante sapere quanto ci costano in spese ospedaliere questi delinquenti stranieri che vengono in Ticino ad accoltellarsi. Già, perché il conto dei ricoveri lo paghiamo ancora noi. Oltre al danno, la beffa!”.
“E’ evidente - conclude Quadri - che la sicurezza del territorio è una priorità e non tollereremo che Lugano, o il Ticino in generale, si trasformi in un Bronx perché “bisogna aprirsi” alle gang in arrivo dalla vicina Penisola per regolare i propri conti all’arma bianca. Il che significa, tanto per cominciare, meno multe ai parcheggi e più controlli di polizia sul terreno. Compensare l’eventuale minor introito da multe di posteggio è peraltro facilissimo: basta piazzare regolarmente un bel radar dopo la dogana di Gandria, così non solo si compensa, ma le casse cittadine ci guadagnano pure!”.