I due vicepresidente del partito popolare democratico ribattono alle ultime indiscrezioni pubblicate dal foglio di Matteo Caratti: "Nell'ultima Direttiva si è parlato delle liste elettorali ma anche delle proposte concrete che abbiamo affinato in questi mesi. Dov'è la notizia?"
“ Ancora sabato - scrivono i due vice - si è potuto leggere che la Direttiva del Partito si è riunita e che avrebbe affrontato l’opportunità o meno di ricandidare Paolo Beltraminelli alle elezioni 2019. Che la Direttiva del Ppd si riunisca a discutere non è una novità ma nemmeno una notizia.(…) I temi trattati durante gli incontri riguardano sì le liste e la campagna elettorale ma anche molto altro, come ad esempio le proposte concrete che in questi mesi i gruppi di lavoro del Partito hanno affinato con serietà”.
“Dopo mesi nei quali si è letto e sentito di tutto - argomentano Fonio e Passalia - teniamo a precisare alcuni aspetti che ancora una volta vengono esasperati da chi vuol far credere che all’interno del Partito vi sia chissà quale maretta o discussione. Sulla questione Argo 1, come avevamo riferito, non è nostra intenzione entrare in merito finché le bocce non saranno ferme. Attualmente se ne stanno ancora occupando una Commissione parlamentare e la Magistratura, mentre il rapporto dell’ex procuratore Bertoli ha messo in luce le principali responsabilità dei due ex alti funzionari del Dss. Adesso lasciamo lavorare in santa pace chi lo sta facendo. Ma anche il Ppd vorrebbe continuare a potersi occupare dei grossi problemi del Cantone e delle difficoltà della gente, senza dover continuamente subire interferenze, con l’unico intento di mettere in difficoltà il Partito”
“Sarebbe opportuno in questa importante fase - scrivono ancora Fonio e Passalia sul quotidiano bellinzonese - lasciare Paolo Beltraminelli un po’ in pace, nel suo importante lavoro alla direzione di uno dei dipartimenti più impegnativi dello Stato. Per quanto riguarda Fiorenzo Dadò, il Presidente gode della piena fiducia, attestata anche durante i numerosi incontri che abbiamo avuto in questi mesi con i nostri aderenti in tutto il Cantone e nelle lettere ricevute spontaneamente dalle Sezioni. Che Dadò abbia dato fastidio a diverse persone in questi anni con le sue posizioni profilate e che la sua difesa, dopo mesi di attacchi e illazioni, non sia particolarmente piaciuta ad alcuni giornalisti anche di questo giornale, è oramai chiaro a molte persone, ma questa acredine e antipatia personale non scalfisce la sua leadership alla guida del Partito, la quale non è messa in discussione”.