POLITICA E POTERE
"Rimborsopoli": il Gran Consiglio chiude politicamente il caso. Tutti i gruppi concordi: ministri onesti, no alla Commissione parlamentare d'inchiesta. Ma il grande accusatore Pronzini: "Siete come i musicisti sul Titanic"
Il Parlamento si è chinato oggi sul caso che ha infiammato il dibattito politico nelle ultime settimane. Ecco la relazione del presidente della Sottocomissione finanze Fabio Bacchetta Cattori e la cronaca del dibattito. Pinoja: "Il Governo non riceverà l’ISO 9’000, è vero, ma nessuno ha rubato”
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BELLINZONA - Dopo essere stato chiuso negli scorsi dal profilo penale con il secondo decreto d’abbandono firmato dal procuratore generale John Noseda, oggi il caso “Rimborsopoli” ha trovato anche un sostanziale risoluzione politica.

 

Il Gran Consiglio si è infatti chinato sulla vicenda discutendo la relazione che la Sottocommissione delle finanze ha allestito sulla vicenda. Una relazione intermedia, va sottolineato, ma che chiude politicamente il discorso, in attesa che vengano presi i correttivi per sbrogliare definitivamente la matassa da un profilo amministrativo e delle procedure.

 

Tutti i gruppi parlamentari, infatti, si sono accordati su alcuni punti salienti: no a una Commissione parlamentare d’inchiesta, no al ricorso sul secondo decreto di Noseda, nessun dubbio sull’onestà dei ministri. Restano invece aperte le dispute giuridiche sulle diverse interpretazioni rispetto alla base legale dei singoli rimborsi, così come la conseguente valutazione sull’eventualità di procedere con le richieste di restituzione a ministri ed ex Cancelliere. Ma il grosso, come detto, è stato evaso.


La relazione di Fabio Bacchetta Cattori
 

È toccato a Fabio Bacchetta Cattori, presidente della Sottocommissione, illustrare il lavoro di approfondimento svolto nelle ultime settimane. “Non pensavo - ha esordito il deputato del PPD - che nel mio ultimo anno di Gran Consiglio avrei dovuto esercitare l’alta vigilanza sull’operato del Consiglio di Stato e della Cancelleria. Andando addirittura a frugare nel borsellino dei ministri. Una situazione particolare, avvilente per i cinque Consiglieri di Stato, ma anche per chi è stato chiamato ad indagare. Tuttavia i presupposti per fare questo lavoro c’erano, come ha dimostrato anche l’apertura dell’inchiesta penale”.

 

Nella sua esposizione Bacchetta Cattori ha ripercorso i fatti dal 1999 a oggi, per poi giungere alle seguenti conclusioni: “Gli strumenti previsti per l’esercizio dell’alta vigilanza sono sufficienti. Il Gran Consiglio e il Consiglio di Stato dovranno modificare le leggi e i regolamenti di loro competenza e prevedere un sistema efficace di verifica e di controllo. Bisognerà promuovere delle misure per migliorare la comunicazione tra la Commissione della Gestione e il Controllo cantonale delle finanze. Andranno definite in modo più esaustivo le spese che non rientrano nell’indennità forfettaria e a sottoporle per approvazione all’autorità competente”.

 

Con questa vicenda, ha concluso Bacchetta Cattori, “è stato messa in discussione, molto seriamente, la credibilità del nostro Governo. Nelle prossime settimane occorrerà dare delle risposte chiare per risolvere definitivamente la questione”.


Il dibattito in aula 
 

Dopo la relazione del presidente della Sottocomissione, hanno preso la parola i rappresentanti dei gruppi. Primo tra i quali Maurizio Agustoni che, per prima cosa, ha tirato una frecciata al Governo: “Il vicepresidente Zali ha dipinto Noseda come un impresario teatrale. Se il Consiglio di Stato ha dei problemi con la Procura, è bene che li risolva attraverso dei rapporti bilaterali, senza coinvolgere il Gran Consiglio”.

 

Dopodiché il capogruppo PPD ha posto l’accento sul cuore della questione: “Questa vicenda ha suscitato grande amarezza e delusione nei cittadini. E ci aspettiamo che quanto avvenuto sia da monito affinché in futuro si mostri maggiore responsabilità e trasparenza su aspetti così delicati. Il PPD continua a ritenere i ministri delle presone oneste. Ma abbiamo bisogno di recuperare la fiducia da parte della popolazione”.

 

Lapidario il presidente del PLR Bixio Caprara: “Da quanto emerso appare chiaro che nessuno ha voluto danneggiare lo Stato. Il nostro gruoppo pretende chiarezza ma sarebbe inopportuno, e poco serio, entrare oggi nel merito dei singoli provvedimenti da adottare per correggere la situazione”.

 

Decisamente filo governativo l’intervento del leghista Michele Guerra: “Questa vicenda è un pasticcio amministrativo di Cancelleria che ha prodotto un putiferio esagerato nei confronti dei ministri. Si tratta di un caso mediatico che si sta sgonfiando. La Lega, tuttavia, ritiene che se anche un solo centesimo è stato ricevuto ingiustamente, e non in buona fede, questo centesimo rimborsato”.

 

Per il PS, ecco le parole del capogruppo Ivo Durisch: “Ci sono state delle cose che non hanno funzionato, delle negligenze, dal 1999 fino agli ultimi mesi di quest’anno. Negligenze che sono state commesse dal Consiglio di Stato, dalla Cancellieria ma anche da parte della Commissione della gestione. Ognuno si deve assumere le sue responsabilità. Ora vanno presi dei correttivi senza tuttavia banalizzare il caso”.

 

In controtendenza l’intervento di Gabriele Pinoja a nome della Destra: “Questo tema ci ha già fatto sprecare un sacco di risorse. Stiamo perdendo ore in Parlamento, e ne abbiamo perse in Commissione, per una questione amministrativa che va sanata ma che non presenta situazioni gravi, tali da farne un affare di Stato. Il Cantone ha ben altri problemi da risolvere. Il Governo non riceverà l’ISO 9’000, è vero, ma nessuno ha rubato”.

 

Infine il grande accusatore, Matteo Pronzini: “È abbastanza chiaro che in Svizzera, come nel resto del Mondo, vi è sempre più distacco tra voi della casta e la popolazione. Si vive in mondi di diversi. Anche oggi abbiamo potuto ascoltare tutta l’arroganza del Consiglio di Stato. Nonostante quanto è accaduto il Governo continua a incassare 300 franchi per le spese telefoniche. Il minimo che ci sarebbe potuti attendere, era il blocco di questo benefit in attesa che fosse fatta chiarezza. Ma neppure questo è stato fatto. Il che fa emergere anche una certa pochezza personale. Ormai siete come i musicisti sul Titanic…..”

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