Il papà dell'ospedale del cuore replica alle dichiarazioni del direttore generale dell'Ente ospedaliero: "Ha avuto nei nostri confronti un atteggiamento che purtroppo non posso che chiamare con il suo nome: arrogante. Ancora una volta un muro, una porta chiusa in faccia, da parte dell’EOC"
Il papà dell’ospedale del cuore si riferisce all’intervista rilasciata a Tio dal direttore generale dell’Ente, in cui il manager pubblico ha preso posizione sulla nuova governance proposta dal Cardio per il futuro, definendola “una boiata pazzesca”.
Tiziano Moccetti non vuole alimentare la polemica. “Soprattutto non intendo utilizzare certi toni che purtroppo ho dovuto leggere. Toni che non rientrano nel mio stile”.
“Noi - spiega il professore - siamo persone abituate a fare proposte. Proposte serie che elaboriamo con il nostro corpo medico e amministrativo. Non pensiamo di avere la verità in tasca o la soluzione a tutti i problemi. Presentiamo delle ipotesi di lavoro per confrontarci, per cercare un dialogo, una soluzione concordata. E se le proposte che presentiamo sono sbagliate, non abbiamo nessuna difficoltà ad ammetterlo, però che ci venga dimostrato che sono errate. Invece il direttore Pellanda ha avuto nei nostri confronti un atteggiamento che purtroppo non posso che chiamare con il suo nome: arroganza. Ancora una volta un muro, una porta chiusa in faccia, da parte dell’EOC. Questo, e lo dico con sincero rincrescimento, conferma l’indisponibilità dell’Ente a dialogare con noi”.
Moccetti si dice “ferito” anche per un’altra affermazione fatta dal direttore dell’EOC: “Il Cardiocentro funzionerà meglio sotto l’Ente rispetto ad oggi”. “Si tratta - spiega il fondatore dell’istituto - di un’altra affermazione arrogante. Credo che prima di spingersi a fare certe dichiarazioni, bisognerebbe tener conto di quanto è stato fatto negli ultimi 25 anni, avere un minimo di considerazione, oso dire di rispetto. Detto che nessuno ha la sfera di cristallo, io per primo, penso sia razionale partire da ciò che è stato costruito prima di seminare spavalde certezze sul futuro”.
Il Prof ritiene ingiuste anche le critiche, indirette, riservate da Pellanda al sindaco di Lugano Marco Borradori, che aveva richiamato l’Ente ad avere maggiore rispetto per il Cardiocentro: “Se una persona moderata come Borradori prende delle posizioni chiare, è perché sente la necessità e la responsabilità di tutelare un’istituzione della Città al servizio di tutti i suoi concittadini e di tutti i pazienti cardiopatici ticinesi. Ne approfitto per esprimere tutta la mia gratitudine per il suo impegno al sindaco di Lugano e anche al vicesindaco Michele Bertini”.
Ma per il Prof il punto centrale della questione è il rispetto. Il rispetto per il Cardiocentro e tutti i suoi collaboratori. “L’EOC ha nei nostri confronti un atteggiamento come quello di chi sta per acquistare un giocattolo. Come qualcuno che si serve à la carte. Come ha ben detto il mio collega Tiziano Cassina veniamo trattati come merce. Ma noi abbiamo una storia, un’identità, una filosofia nelle cure che abbiamo faticosamente costruito in 25 anni. Chiediamo solo che questo venga garantito anche in futuro per il bene dei pazienti ticinesi. Ma ogni garanzia in tal senso ci viene sistematicamente negata”.
“L’Ente - prosegue Moccetti - dice: saremo noi i garanti della qualità del Cardiocentro. Ma come possono loro farsi garanti quando tutti sanno che, all’inizio, non volevano neanche che il nostro istituto nascesse. E poi, nel corso degli anni, hanno cercato più volte di metterci i bastoni tra le ruote, ad esempio creando dei doppioni e non dico altro.… L’impressione purtroppo è che semplicemente vogliano decidere tutto loro, tagliandoci semplicemente fuori e dicendo “no” a tutto, neppure con grande educazione come abbiamo letto. Noi invece desideriamo essere coinvolti e negoziare grazie alla mediazione di un garante che sia neutrale. Per questo ci siamo rivolti al Governo”.
Il Prof, dedica anche una stoccata, al presidente dell’Ente Ospedaliero Paolo Sanvido che oggi, dalle colonne del Corriere del Ticino, si è definito “un amico del Cardiocentro”.”Emozioni e sentimenti - ha aggiunto - sono importanti, ma quando si hanno responsabilità di conduzione aziendale, queste non devono prevalere sulla ragione”.
“Siccome siamo in periodo pasquale - replica Moccetti - mi mordo la lingua. Mi consenta solo una battuta citando il famoso detto popolare: dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io….”
L’ultima considerazione del papà dell’ospedale del cuore è segnata ancora una volta dall’amarezza: “Non vorrei che i nemici del Cardiocentro ricominciassero con gli stessi attacchi personali nei miei confronti utilizzati 25 anni fa. Ma non sono ingenuo e purtroppo me li attendo.