POLITICA E POTERE
Chiesto il rinvio a giudizio anche per Tiziano Galeazzi nell'ambito di Pecunia Olet. "Non ho niente da nascondere, ho seguito le regole dei tempi: quelle svizzere sono diverse da quelle italiane"
La frase "magazzino di mele" starebbe a significare i conti di Lugano e Locarno dove dovevano finire i soldi della famiglia di un'imprenditrice bresciana, provenienti da attività illecite. Galeazzi ha sempre detto di aver agito da bancario e consulente, e che non poteva sapere da dove provenissero i soldi stessi
BERGAMO – Gli indagati sono sei e per tutti è stato chiesto nell'ambito dell'inchiesta "Pecunia Olet" il rinvio a giudizio di sei indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio. Si tratta di  I. S., 43enne, bresciana residente da anni a Lugano, i genitori della donna, un fratello e i consulenti ticinesi Tiziano Galeazzi, granconsigliere e consigliere comunale UDC e un locarnese Roger Maibach.

Lo anticipa La Regione.

Secondo gli inquirenti, la famiglia di I.S. avrebbe trasferito all’estero dei capitali provenienti in realtà da attività delittuose quali reati tributari e fallimentari, e i consulenti li avrebbero aiutati. La frase chiave che ha fatto propendere per la richiesta di rinvio a giudizio è "magazzino di mele'', ovvero un termine in codice per indicare i conti correnti di Lugano e Locarno dove dovevano finire i soldi.

Tiziano Galeazzi dal canto suo ha sempre negato ogni addebito, presentandosi anche spontaneamente dal pm a Bergamo, affermando di aver sempre agito come un semplice impiegato di banca, gestendo i conti dell’imprenditrice, poi anche come consulente patrimoniale. Se un reato era stato compiuto in Italia, lui non poteva saperlo, ha sempre specificato.

L’udienza preliminare sarà entro l’estate. Il democentrista, intervistato da ticinonews.ch, si è definito tranquillo. “Non ho niente da nascondere e sono assolutamente tranquillo. Ho messo in conto di andare dal giudice delle indagini preliminari cui racconterò quello che ho già riferito al pm. Spetterà al GIP decidere su un eventuale rinvio a giudizio”. Ha specificato come si augura che venga capito che le regole svizzere sono diverse da quelle italiane, anche se ora sono cambiate lui ha seguito quelle vigenti al momento dei fatti. Non vuole passare per capro espiatorio, ha sottolineato.

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