Gli azzurri ticinesi all'attacco dopo le aperture di Cassis in materia di misure d'accompagnamento nei negoziati con l'UE. E ce ne è anche per Schneider Ammann....
Nel mirino del partito del presidente Fiorenzo Dadò, vi è in particolare il ministro ticinese: “Cassis - si legge in una nota - ha inaspettatamente dichiarato ai media questa settimana di essere pronto a ridiscutere le misure di accompagnamento nell'ambito dei negoziati con l'Unione europea per un accordo istituzionale. In particolare potrebbe essere messa in discussione la procedura che obbliga i prestatori di servizi ad annunciare i loro dipendenti alle autorità elvetiche almeno otto giorni prima dell'inizio del lavoro. Misura questa che è da sempre nel mirino dell’UE”.
“Il PPD - prosegue il comunicato - non condivide assolutamente queste affermazioni, a maggior ragione se formulate da un Consigliere federale ticinese che dovrebbe ben conoscere le conseguenze negative della libera circolazione sul mercato del lavoro del nostro Cantone, costantemente confrontato con il dilagare di abusi e dumping salariale. Il PPD ribadisce dunque il suo totale sostegno alle misure di accompagnamento che hanno lo scopo fondamentale di proteggere il mercato del lavoro svizzero, e ticinese in particolare, dagli effetti negativi della libera circolazione. Per questi motivi queste misure non vanno affatto indebolite, piuttosto ulteriormente rafforzate".
“Oltre al contenuto - si legge ancora nella nota - anche il tempismo delle dichiarazioni del Consigliere federale non può che lasciare perplessi. Come confermato dal Segretario di Stato Roberto Balzaretti, le trattative per un accordo istituzionale con Bruxelles si avviano verso la fase decisiva. Dimostrare un simile arrendevolezza in questo delicato momento non beneficia certamente la posizione negoziale svizzera. Ancora più grave è la mancanza di comunicazione all’interno del Consiglio federale, i cui membri si sono detti sorpresi dall’uscita del Ministro degli esteri, dopo che lo stesso Governo aveva concordato che le cosiddette “linee rosse” in ambito delle misure di accompagnamento non andassero affatto indebolite. Per il PPD le condizioni particolari del mercato del lavoro svizzero devono ad ogni costo restare essenziali nelle trattative con l'Unione Europea. Come si è potuto osservare nelle votazioni degli scorsi anni, la popolazione svizzera, ed in particolar modo quella ticinese, fatica sempre più a condividere la via bilaterale con l’UE e queste affermazioni contribuiscono unicamente a generare ulteriore scetticismo nell’opinione pubblica. In vista di una probabile votazione sull’accordo istituzionale con Bruxelles è compito del Consiglio federale non esacerbare ulteriormente gli animi”.
“Se a queste preoccupanti dichiarazioni del Consigliere federale Cassis - termina il comunicato - aggiungiamo la scellerata decisione odierna del Governo, su iniziativa del Consigliere federale Johan Schneider-Ammann, di autorizzare la vendita e l’esportazione di armi anche in Paesi coinvolti in guerre civili, il PPD si chiede a questo punto se sia questa la politica estera e umanitaria che la Svizzera intende sviluppare nei prossimi anni”.