Dopo la sentenza del TF favorevole a Parigi, ecco emergere un'analoga richiesta da parte delle autorità italiane
BERNA - Dopo i francesi, ecco gli italiani. Ciò che molti temevano all’indomani della sentenza del Tribunale Federale che ha dato ragione alla Francia, e torto a UBS, sulla consegna dei nomi di 40’000 suoi clienti a Parigi, si sta puntualmente verificando.
Roma ha infatti richiesto all’Amministrazione federale delle contribuzioni informazioni sui conti di cittadini italiani presso UBS Svizzera.
La richiesta italiana risale all’inizio di dicembre del 2018, ma è chiaro che la recente sentenza del TF cambia di molto le carte in tavola. Soprattutto alla luce del comportamento dell’Amministrazione federale delle contribuzioni sul caso francese. L’Ufficio federale, infatti, dopo aver perso il primo round contro UBS in tribunale, aveva deciso di ricorrere ai giudici di Losanna, propiziando de facto la sentenza di cui tanto si sta discutendo, anziché chiudere il caso in prima istanza.
La Corte del TF, ricordiamo, con una decisione a maggioranza di 3 a 2, ha ritenuto che la "domanda collettiva" francese non fosse una "fishing expedition", ossia di una ricerca generica su un gruppo esteso di persone.
Stando a Giovanni Molo, avvocato fiscalista ticinese, specialista in materia e interpellato dal Tages-Anzeiger, si tratta della prima "domanda collettiva" da parte di Roma, un tentativo esplorativo che in caso di successo potrebbe essere seguito da altri.