L'UDC aveva subito dato ragione a Ghiringhelli nel commentare la sentenza del Tribuale Federale ("Ci auspichiamo che un fatto del genere non ci ripeta e che il Consiglio di Stato sappia rispettare la democrazia", il suo depuato invia un'interpellanza
BELLINZONA - L'UDC concorda con Giorgio Ghiringhelli, che ha espresso con molta chiarezza ciò che pensa della sentenza del Tribunale Federale, che ha di fatto messo in evidenza gli errori del Consiglio di Stato nell'opuscolo relativo alla votazione sulla legittima difesa (ora annullata, si ritornerà alle urne). E in serata, con un suo rappresentante, vuole le scuse dello stesso Governo.
"La sentenza del Tribunale federale riguardante la votazione del 2019 sulla legittima difesa di Giorgio Ghiringhelli dimostra che il Consiglio di Stato ha diffuso delle informazioni tendenziose
influenzando così l’esito della votazione. L’UDC Ticino è sodisfatta di questa sentenza e condivide il giudizio di Ghiringhelli: è un atteggiamento inammissibile da parte delle autorità cantonali", si leggeva nella nota di questa mattina. "Oltre al torto morale subito dalle vittime di aggressioni che devono tuttora assumersi le spese per la propria difesa e oltre al torto morale subito dal popolo ticinese tratto in inganno, la disinformazione tendenziosa del governo costerà cara. Non solo per gli iniziativisti che dovranno ripetere la campagna, ma anche per i contribuenti ticinesi che pagheranno la ripetizione del voto il 26 settembre prossimo".
L’UDC si auspicava che "la popolazione sappia far tesoro della sentenza del Tribunale federale e che in settembre accolga l’iniziativa di Ghiringhelli. Soprattutto auspica che un fatto del genere non si ripeta e che il governo sappia rispettare la democrazia".
Qualche ora dopo è arrivata l'interpellanza di Edo Pellegrini, che come ha detto Ghiringhelli era stato l'unico deputato, fra quelli da lui interpellati, a dargli man forte nella richiesta di modificare l'opuscolo prima della votazione.
"Date le pesanti ed inequivocabili affermazioni (“non oggettivo”, “tendenzioso”, “sottaciuto”, ...) contenute nella sentenza del TF non ritiene il CdS di doversi scusare ufficialmente e pubblicamente con gli iniziativisti e, a maggior ragione, con i cittadini manifestamente tratti in inganno dai contenuti dell’opuscolo e che si dovranno sobbarcare, oltre alle spese per il TF anche quelle per una nuova votazione?", è una delle due domande dell'atto parlamentare.
"2. Se il CdS non ritiene di dover fare quanto richiesto al punto 1. chiedo di motivare esaurientemente la sua decisione", prosegue.