"Intanto però la tensione sale, gli allevatori non possono far uscire gli animali al pascolo. Francamente non so cosa capiterà"
BELLINZONA – Era ovvio che la decisione del Consiglio di Stato di attendere approfondimenti giuridici prima di decidere il da farsi sul lupo, quindi di temporeggiare, avrebbe suscitato la delusione degli allevatori (LEGGI QUI).
“Siamo delusi e lo siamo sempre di più con il passare dei giorni – ha detto a LaRegione Armando Donati, presidente dell’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori –. Constato che gli altri cantoni, e mi riferisco al Vallese e ai Grigioni, non reagiscono così. Quando c’è un problema cercano di risolverlo, anche con l’abbattimento del predatore. Invece da noi si temporeggia, si ha paura. Intanto però la tensione sale, gli allevatori non possono far uscire gli animali al pascolo. Francamente non so cosa capiterà. Domani sera a Olivone ci sarà una serata pubblica con l’Ufficio caccia e pesca e la Consulenza agricola, il 19 la serata si terrà a Cevio. Abbiamo infatti chiesto alle autorità di spiegare agli allevatori che cosa stanno facendo per loro, per la protezione delle greggi. Lascio immaginare l’ambiente che ci sarà in queste due serate”.
Sempre oggi il Ppd ha chiesto un intervento delle autorità, in quanto è a rischio l’esistenza di un settore economico importante. In una nota congiunta, i presidenti dei distretti Ppd di Leventina, Blenio e Mendrisiotto – Stefano Imelli, Valentina Rossi e Simone Ghisla – chiedono al Consiglio di Stato di intervenire "in modo incisivo e celere per arginare e risolvere la problematica del lupo in Ticino mettendo in campo soluzioni concrete e concordate con il settore agricolo". Ne va dell’esistenza stessa di un settore economico “oggi più importante che mai e che ha fatto la storia del nostro Cantone, storia che il lupo non risulta aver fatto!".